5.

869 Words
Sta mattina mi sono svegliato con mezz'ora di ritardo e non so davvero spiegarmi come ho fatto ad arrivare anche in anticipo. Ieri notte Ashley si è appostata sul mio letto obbligandomi a vedere un film con lei, mi ha fatto rimanere sveglio fino a tardi mentre i miei occhi chiedevano pietà. Cammino con la lentezza di un bradipo e la testa bassa, pensando a quanto bello è il mio letto, con quelle coperte calde e morbide e quel cuscino invitate che grida da casa: "Joe, torna da me. Mi manchi!" Sento delle strani voci così alzo la testa svogliatamente e i miei occhi si allargano nel vedere quella scena. Poco fa Allyson camminava tranquillamente quando uno dei soliti idioti le mette una gamba fra le sue e la fa cadere per terra. Rimane qualche secondo sul pavimento, si alza e aggiusta i leggins prima di continuare a camminare, con lo sguardo puntato verso le sue scarpe. Come se non gli mancasse ciò che hanno fatto continuano a gridarle insulti contro mentre ridono. Mi sale un'improvvisa rabbia tanto da farmi stringere i denti, certe cose non le posso tollerare. "Cosa avete da ridere?" gli domando indicando uno fra quelli con un gesto del viso. "Vi sentite meglio di lei? Tu, come cammini sembra che te la sei fatta sotto e tu con quella maglietta sembri arlecchino eppure nessuno vi sta addosso come fate voi con lei. Quindi smettetela e fate qualcosa di maturo per una volta nella vostra vita" gli dico prima di voltarmi. "Joe!" mi urla Ethan dietro di me facendomi sbuffare. "Che vuoi?" gli domando scocciato, non ho per niente voglia di stare con lui. "Davvero la stai difendendo? Su amico, guardala! É ridicola" mi dice scoppiando a ridere guardando Allyson dalla testa ai piedi. Scoppio a ridere anche io, e per un momento mi guarda incredulo. "Qua l'unico ridicolo sei tu che usi il tuo tempo per far del male a una persona che non ti ha mai causato problemi. Pensa se ciò succedesse a tua figlia, e tu ogni giorno la vedi rientrare a casa piangendo. Dovreste farvi un esame di coscienza ogni tanto" gli rispondo lasciandolo li immobile ed incredulo. "Tutto okay?" le donando anche se è evidente che non lo è, non ci posso credere che quello che credevo il mio migliore amico è arrivato così in basso. Annuisce tirando su col naso e in questo momento mi sembra tanto una bambina di tre anni che ha appena perso il suo gioco preferito. Passa la manica della sua felpa sulle sue guance rosse e piene di lentiggini, asciugando le lacrime. Ridacchio leggermente quando noto un pacchetto di fazzoletti che fuoriescono dalla sua tasca. "Questi esistono per un motivo!" le dico tirandoli fuori, li guarda e sorride leggermente prendendoli dalle mie mani. "Grazie" mi sussurra prendendo un fazzoletto dal pacchetto per soffiarsi il naso. "Per prima o per averti ricordato dei fazzoletti?" le domando facendola sorridere maggiormente, è tenera quando lo fa. "Per entrambi" mi dice a bassa voce, come se avesse paura che qualcuno la sentisse. "Sai, dovresti essere più coraggiosa e rispondere ad ognuno di loro, o a difenderti. Visto prima? Mi sono bastate poche parole per metterli al loro posto. E poi, perché continui a camminare con lo sguardo basso o a sussurrare? Non dovresti credere a tutto ciò che ti dicono, perché lo fanno solo per divertimento. Devi dimostrare che sei migliore di quello che pensano. Hai tutte le carte in regola per farlo, e ne sono sicuro anche se non ti conosco. Se credi in te stessa puoi fare tutto" le dico alzando le spalle. "Grazie" mi dice nuovamente al che le do un leggero pizzicotto sul braccio facendola sussultare. "Ahia!" si lamenta toccandosi il punto dolente. "Visto che la voce ce l'hai?" le dico saltando da una parte all'altra. Mi guarda accigliata, sbattendo più volte le ciglia. Prende un libro dal suo zaino e me lo lancia sopra. "Vedi così ti voglio! Però con chi ti da fastidio non con chi ti aiuta!" le grido puntandole il dito contro. E il fatto che questa volta anziché irrigidirsi per il mio gesto apparentemente cattivo stia ridendo, di me per di più, è già un passo avanti. Raccoglie le sue cose e cammina affianco a me, con lo sguardo più tranquillo. Ad un tratto mia sorella sbuca dall'angolo e non appena la vede le corre in contro travolgendola letteralmente. "Stai bene? Ti hanno fatto qualcosa? O che carina che sei, mi sei mancata tanto" dice freneticamente abbracciandola. "Aspetta! Perché sei con mio fratello? Ti ha fatto qualcosa?" le domanda assottigliando gli occhi. "No.." cerca di dire lei, un pó spaventata da Ashley la furia. "Lo sai che a casa abbiamo un video di lui che corre nudo per casa urlando: "mamma mamma, ci sono i ladri!"" le dice ridendo, contagiando anche Allyson. "Avevo cinque anni e non hai il diritto di dire certe cose personali in questo modo!" le dico incrociando le braccia. "Non riesci ad essere cattivo" ride lei toccandosi la pancia dalle risate. "Stupide ragazzine" borbotto allontanandomi da quelle due che non smettono di ridere di me, ero piccolo e avevo scambiato mio zio Cameron per un ladro!
Free reading for new users
Scan code to download app
Facebookexpand_more
  • author-avatar
    Writer
  • chap_listContents
  • likeADD