"É davvero noiosa come spiega, ho appoggiato la testa sul banco e senza accorgermene mi sono addormentata" dico a Chesley che immediatamente ride.
"Hai ragione, dovrebbe essere più coinvolgente. Se non hai nulla da fare questa sera possiamo vederci per studiare meglio a quel progetto che ci ha dato" mi propone.
"Per me va benissimo, prima iniziamo e meglio è" rispondo. Sta mattina durante la lezione di storia la professoressa ci ha divisi per copie e ci ha assegnato un progetto che poi dovremmo ripetere. Fortunatamente ho avuto il tempo, prima che entrasse, di chiarire al ragazzo accanto a me che non erano uscite dalla mia testa le parole che gli aveva detto Brooklyn ieri.
"Casa tua o casa mia?" mi domanda.
"Mi andrebbe meglio a casa mia, non conosco bene la città e conoscendomi, mi perderei sicuramente"
"Ci vediamo questo pomeriggio allora" mi dice con un sorriso prima di scappare via, rimango qualche secondo immobile pensando a ciò che dirò a mio padre quando lo vedrà in casa.
"Stai giocando alle belle statuine?" mi chiede colui che sta ovunque sto io, a volte penso addirittura che abbia messo il gps.
"Che vuoi?" gli chiedo sbuffando.
"Voglio parlare con te" mi dice. "Di ciò che stiamo facendo.. cioè.. del nostro rapporto un pó strano" continua nervoso.
"Si, hai ragione" annuisco.
"Tu.. hai provato qualcosa quando ci siamo baciati?" mi domanda guardandomi talmente intensamente da farmi paura.
"Assolutamente niente" rispondo scuotendo freneticamente la testa.
"Neanche io, direi perfetto"
"Esatto. Io non sopporto te e tu non sopporti me, non potremmo mai andare d'accordo, fra noi è come se ci fosse il mare"
"L'Oceano. Tra noi non è mai successo niente, anzi, non ci siamo mai conosciuti" mi dice guardandomi incerto, come se aspettasse una mia risposta alla sua affermazione.
"Giusto, perciò io vado" gli dico indicando il corridoio, senza aspettare altro proseguo per la mia strada. Eppure non mi sento libera, per quanto il nostro rapporto fosse strano non aveva un peso.
Durante il pomeriggio con Chesley ci siamo messi a studiare nel tavolo che abbiamo in giardino, è una bella giornata di sole e fuori si sta bene.
"Ci sei?" mi chiede, era da un quarto d'ora che ripeteva l'intero capitolo di storia ma io non sono riuscita a capire niente di tutto ciò, la mia mente non riusciva proprio a concentrarsi.
"Si" rispondo distrattamente, portando lo sguardo sugli appunti. Non sapevo neanche in che punto fosse arrivato.
"Abby tutto okay? Se non hai capito non c'è problema, te lo rispiego" mi dice cercando di rassicurarmi con un sorriso.
"Si, solo non mi entra in testa" rispondo costringendoni a leggere mentre lui ripete a perfezione senza sbagliare una virgola.
Solo quando sento qualcosa toccare la mia gamba sposto lo sguardo verso il basso confusa. Non appena vedo Ice spontaneamente sorrido, prendendolo in braccio.
Sale sopra di me con le zampette sulle mie spalle mentre mi lecca tutta la faccia.
"Stai fermo" gli dico cercando di tenerlo tra le mie risate, sembra essere particolarmente vivace e molto probabilmente è scappato.
"Ice" chiama la voce di Brooklyn mentre lo cerca con lo sguardo con il guinzaglio in mano. Quando si accorge che ce l'ho io assume improvvisamente un'espressione nervosa in viso, avvicinandosi al muro che ci divide.
Senza aggiungere niente mi alzo e gli porto il cucciolo che continua ad agitarsi contento fra le mie braccia. Me lo strappa dalle mani e senza neanche degnarmi di uno sguardo se ne torna dentro, chiudendo con forza la porta.
"Quel ragazzo è strano forte, non c'è dubbio" esordisce Chesley sbuffando, a quanto pare lui ha preso sul serio ciò che ha detto, dato che mi ha trattata come se fossi qualcosa di disgustoso.
"Credo comunque che per oggi basti così, continuiamo un altro giorno. Ricordi che domani c'è il ballo di Halloween?" mi domanda mentre raccoglie il suo materiale e li infila dentro al suo zaino.
"Giusto!" esclamo, da perfetta sbadata mi ero dimenticata di tutto ciò, fortunatamente me lo ha ricordato lui.
"Passo a prenderti per le nove?" mi domanda camminando affianco a me.
"Va benissimo, grazie per oggi e scusami se ti ho fatto perdere tempo, ma oggi storia mi risulta più difficile del solito" gli dico sentendomi leggermente in colpa.
"Stai tranquilla, non è mai una perdita di tempo se lo passo assieme a te" mi dice con un sorriso salendo sulla sua macchina e sfrecciando via.
Torno dentro e salgo velocemente le scale, sentendo come unico bisogno, quello di rimanere sola nella mia stanza.
Apro l'armadio e afferro il vestito che indisserò domani, quello che ho comprato con Kylie, un pó troppo per me.
"Sento che non sto facendo la cosa giusta mamma, lui è sempre così dolce e disponibile con me" sospiro sedendomi sul bordo del mio letto.
"Eppure la paura di affezionarmi alla persona sbagliata è più forte. Ho paura di dare troppo a chi non ha vere intenzioni. Non posso permettere a qualcuno di fare di me ciò che ne hanno fatto tutti"
"Non ci dovrei andare. Ad una festa ci si va per divertirsi, sono sicura che rovinerei ogni cosa" dico decisa, rimettendolo dentro all'armadio, in fondo.
Mi tolgo le scarpe e senza preoccuparmi se sono in pigiama o meno, mi infilo sotto alle coperte cadendo presto in un sonno profondo.
La mattina seguente a svegliarmi è la fame urgente e quando scendo di sotto, mio padre mi guarda quasi come se fossi pazza con tutto quel cibo davanti ai miei occhi.
"Tesoro, sta notte sei a quella festa che mi hai detto, giusto?" mi domanda, seduto davanti a me.
"Mh.. No, non ci vado più" gli dico sospirando, mentre mando giù il boccone e bevo un sorso della mia cioccolata calda.
"Come mai?" mi domanda confuso, posando il suo giornale lontano.
"Semplicemente non ho niente da festeggiare, non ha senso andarci" rispondo, in questi casi il cibo è la mia unica consolazione.
"Abby smettila di trovare sempre una giustificazione a ciò che fai, vivi un pó e smettila di farti troppi problemi" mi dice sfiorando la mia mano.
"E smettila di ingozzarti con tutte queste schifezze, lo sai che ti fanno male" mi dice ritirando le merendine. Come se non lo fossi stata abbastanza, che sarà un pó di cibo in più.
Finisco di prepararmi e molto lentamente percorro la strada verso scuola. Troppo concentrata sui miei passi e persa fra i miei pensieri, non mi accorgo di essere arrivata in perfetto orario.
"Abby!" mi chiama Kylie agitando le mani in aria, mentre corre nella mia direzione con un enorme sorriso.
"Ciao" la saluto sorridendo debolmente, fermandomi davanti a lei.
"Cos'è questo faccino? Sai oggi che giorno è? Halloween! Spero tu sia pronta a passare la serata migliore della tua vita" esclama gin troppo euforica e felice.
"In realtà pensavo di non venirci più" le dico e esattamente come mio padre, si ferma e alza lo sguardo su di me, come se fosse un reato dire ciò.
"Invece tu ci vieni, non ti lascerò a casa da sola. Non c'è capriccio che tenga, perciò preparati perché oggi pomeriggio vengo da te e ci prepariamo assieme" mi dice senza darmi il tempo di discutere.
"Non hai qualcuno con cui andarci? Davvero, io preferisco rimanere a casa.." cerco di convincerla.
"Che c'entra se ho qualcuno con cui andarci? Anche tu andrai con Chesley se non sbaglio, ma non significa che non potremmo stare assieme" mi dice facendo spalluce.
"É che quel vestito non mi sembra molto adatto a me.."
"É palese che è successo qualcosa, divento troppo invadente se ti chiedo cosa?" mi dice, sospiro e mi siedo sulla scalinata, seguita da lei.
"Chesley è un ragazzo fantastico ma ho come l'impressione che si aspetti da me troppo, ciò che io non posso e non voglio dargli"
"Un conto è se non puoi un altro è se non vuoi, devi mettere in chiaro prima ciò che senti Abby"
"E come faccio?" le chiedo mettendomi le mani fra i capelli per la frustrazione.
"Ciò che senti realmente lo sai solo tu, fatti delle domande e risponditi. Tu da lui invece cosa vorresti?"