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Il testamento della signora Gaetani

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In questo quarto noir che lo vede protagonista il maresciallo Corradi deve fare i conti con la morte violenta di una vecchia signora, ma non solo: la solitudine e l’omicidio di una collega fanno riaffiorare incubi che credeva aver seppellito col suo passato.

Il cinquantenne investigatore dei Carabinieri va alla ricerca della verità scavando nei segreti di eredi e legatari di un testamento, senza tralasciare di inseguirne un’altra, nascosta in documenti sbiaditi dal tempo ma contenenti, forse, realtà sconvolgenti sulla defunta: chi li ha rubati? Altri cadaveri intralceranno le sue indagini, complesse come le personalità dei sospettati, ma grazie forse più alla sua sensibilità di uomo che alla sua capacità professionale risolverà il caso, muovendosi in zone d’ombra – tra passato e presente – ricche di colpi di scena e velature di nostalgia. La solida trama e l’atmosfera realisticamente noir di questo romanzo, nella tradizione del miglior “giallo mediterraneo” riflette – citando le parole di Stendhal – più “il fango delle pozzanghere” che “l’azzurro del cielo”.

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Chapter 1
Sana di mente e di spirito, nella pienezza delle mie facolta`, essendo nubile e senza figli, percio` libera di disporre come meglio ritengo delle mie sostanze, di pugno esprimo, con il presente atto, le seguenti volonta`. 1) Lascio e lego alla mia affezionata governante Camelia, dalla quale ricevo da oltre vent’anni amorevole assistenza, venticinquemila euro e tutto quanto vorra` scegliere tra i miei capi d’abbigliamento di quando ero giovane e facevo vita mondana; infatti, vedendo che quando apre gli armadi le brillano gli occhi ad ammirarne il contenuto, voglio darle la gioia di poterlo indossare e farlo suo. 2) Lascio e lego diecimila euro ad Indira, in riconoscenza della disinteressata e tanto gradita compagnia che mi sta tenendo, perche´ possa studiare come desidera: quando sara` qualcuno, realizzando i suoi sogni, qualche volta mi pensi. 3) Lascio e lego alla timida ma pestifera Itzel, nipote della mia ex allieva Matilde, il mio adorato Max, perche´ so che avra` cura di lui, insieme a cinquemila euro perche´ sia invogliata a badare alle seguenti istruzioni: cambiargli l’acqua tutti i giorni, non alterargli la dieta, fargli prendere un po’ d’aria ma senza lasciarlo in corrente, rivolgersi al Dottor Corangelo, suo medico di fiducia, per ogni evenienza, ma soprattutto non continuare ad insegnargli parole oscene, visto che ormai ha superato l’adolescenza, avendo compiuto sessant’anni. 4) Lascio e lego al Dottor Corangelo diecimila euro come riconoscimento per quanto si e` dedicato a Max, a pagamento anticipato di visite che dovesse ancora prestargli ed in aiuto agli animali senza padrone ai quali si e` sempre dedicato con amore. 5) Lascio e lego alla parrocchia, nelle mani di Don Raimondo, cinquantamila euro e che decida lui se destinarli ai restauri che predica sempre tanto urgenti al campanile, che da quasi vent’anni sembra cadere ma e` sempre in piedi o, meglio, ai poveri assistiti dai missionari. 6) Lascio e lego cinquemila euro a Ivica, grata per la sua disponibilita` a risolvermi svelto, silenzioso ed ossequioso, tanti piccoli problemi, perche´ si possa comprare il motocarro che tanto gli servirebbe, con la raccomandazione di abbandonarsi alle spalle i fantasmi del passato. 7) Lascio tutto quanto altro rimarra` alla mia morte ai miei pronipoti Nando e Marzia, che vorranno dividersi i titoli ed i conti correnti e la casa che fu di mia madre, qui in via del Bragone, con tutti gli arredi. Al primo destino inoltre la tomba di famiglia a Staglieno ed alla seconda i miei gioielli. 8) Nomino esecutore testamentario il maresciallo Isidoro Corradi, uomo di giustizia, sicuro e fidato, che tanto si e` prodigato quando ho avuto bisogno. In perenne riconoscenza per quanto ha fatto e fara` gli lascio e lego i miei diari, li trovera` insieme ad una lettera mai spedita: voglio che li legga senza giudicarmi troppo severamente, poi ne faccia l’uso che riterra` piu` opportuno. Infine chiedo al buon Dio, che gia` mi ha concesso la grazia che la morte non mi cogliesse impreparata, il perdono dei miei peccati e la Sua benedizione su tutti voi. Genova, 14 aprile 2011 Emilia Elvira Gaetani

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