XIV. Dal diario di Nora. nelle mie andate al castello mi era spesso capitato di vedere fuor dall’uscio d’una casupola, un ragazzetto scalzo, in manica di camicia e i folti capelli arruffati, intento, a scrivere sopra un rozzo tavolino di pietra, posto a un lato della porta sotto un vecchio noce, che ora l’autunno va spogliando delle fronde ingiallite. In su le prime non avevo badato nè al ragazzo nè a la casupola; tiravo via spedita per la mia via senza fermarmi. Ma un giorno che una sfilata di carretti carichi di fieno, ingombrando la stradetta mi obbligarono a trarmi in disparte, mi capitò di trovarmi proprio davanti a la casupola, fra il tavolino di pietra e il tronco della pianta, dove era un trespolo in legno. Sedetti aspettando che si sgombrasse la via e vidi sul tavolino, sparsi

