19 - Raziel Isaak

1555 Words
Iniziai a frequentare Patricia O'Malley dopo quel Natale. Chi l'avrebbe detto che nel mio anno finale da chef avrei incontrato l'amore. Eppure era stato così. L'energia di Patty mi aveva completamente preso, tanto da farmi osare con lei. Era la sua grinta, la passione che aveva dentro emergevano dai suoi occhi e dal suo sorriso. Non avevo resistito, nonostante sapessi che non era normale aspettarla ogni giorno fuori dalla bakery lo avevo fatto. Mi piaceva passeggiar con lei e chiacchierare. Mi piaceva proprio lei e l'attrazione che provavo era palese. Così poco prima che tornasse in'Irlanda per Natale glielo dissi. Mi piaceva diventare qualcosa con lei. La sua risposta mi parve un sì. Così quelle vacanze le vissi in modo molto più positivo. Mi presentai a casa di zia Saffi galvanizzato, con una spesa enorme e tante idee. Avrei fatto il pane di patate ai miei parenti. Quando Diamond mi aprì la porta notai che anch'ella era di buon umore tanto quanto me. "Buon Natale." "Ehi che spesa enorme." Mi disse. "Giusta per tutti noi." Le dissi. " Vieni in cucina a darmi una mano? Ciao Sam." "Ciao Isaak. Buon Natale." Mi disse il fratello mulatto dei Cooper. "Ti aiuto. Oggi siamo in compagnia, arriva anche Rafael Keller." Mi sussurrò mentre andavamo in cucina. Quel giorno non conobbi solo Rafael che compresi subito era uno dei miei fratelli, ma anche Vanessa la compagna di Tommy. Ci fu una gran baraonda con l'arrivo di Rafael che con la sua allegria contaminò tutti i fratelli Davis e zia Saffi. Appena giunse infatti non ci fu imbarazzo, anzi mentre Tommy era come sempre al telefono con Gabriel, Rafael chiamò colei che doveva essere l'ultima figlia di nostro padre: Micaela. Ci salutammo e parlammo per un po', anche se ero più concentrato a cucinare e andare avanti e indietro. La compagna di Tommy stranamente sembrava più interessata a me che a mio fratello maggiore tanto che mi scodinzolava dietro. Solo quando fummo a tavola compresi che la bionda rifatta era molto... libertina. Lo sentii Rafael che ne parlava con Sapphire. Di lui, il suo amico Chamly e Tommy che sembrava non essere toccato dal discorso, anzi riempiva il piatto della bionda. "Tesoro questo prosciutto è buonissimo." Si congratulò mamma. "Si è una ricetta che sto mettendo su. Sono contento che ti piaccia." Le dissi contento di aver interessato mia madre. "Cucini davvero bene Isaak. Beata la ragazza che ti prende." Mi disse Vanessa maliziosa. Io le sorrisi. "Anche lei sa cucinare molto bene." Risposi inconsciamente. "Anche lei?" Chiese mamma. La guardai imbarazzato. "Beh! Anche se non lo dico mi capitano delle storie." Ammisi, ne avevo avute di ragazze, sopratutto in giro per l'Europa. Mamma si rilassò. "Ah bene! Quindi è una delle tante avventure." Fissai mamma. Non potevo dire che fosse una cosa seria poiché ancora non era iniziata. Ma da lì a chiamarla avventura non pensavo proprio. "È appena iniziata, però lei mi piace e quindi vedremo dove mi porterà questa storia." Risposi evasivo. "Pensavo vi conosceste già bene dal momento che ha cucinato per te." Rispose mamma. "Non solo per me. Lei è una chef della mia brigata. Ti ricordi che quest'anno cucino per i colleghi e se mi chiamano anche nei ristoranti. Vero?" Le dissi. Strizzai l'occhio a Vanessa e le sorrisi. "Sappi che ho un debole per le rosse." Rivelai così da scrollarmela di dosso. Sinceramente non volevo essere il terzo Keller che finiva tra le sue gambe. "Dove andrai a dare lo stage quest'anno?" Mi chiese curiosa Diamond. "Vado in Italia, in Romagna, nel paese della pasta fresca." Le rivelai. "Beato te! Vorrei tanto andare anche io in Italia." Mi disse. "Invece resterò qui a casa da sola con Tom e Joel." "Tua madre mi dice che parte. Se non vai con lei puoi venire con me e Chamly Dì." Le offrì Rafael. Mia sorella subito drizzò le orecchie a quell'offerta. "Può venire anche raven. Noi usciamo sempre insieme." "Certo. Così avrai compagnia." E così quella giornata di Natale trascorsa tutti insieme finì. Tornai nella mia stanza al dormitorio e infilai le ultime cose nello zaino da viaggio, dopodiché mi addormentai. A maggio avrei dovuto cercare un lavoro e un monolocale , almeno avrei avuto un posto da chiamare casa. Il giorno dopo partii direzione Bologna, li mi attendevano i maestri della pasta fatta a mano. Ero già a conoscenza delle basi della preparazione della pasta, ma arrivare in un pass dove era tradizione era tutta un'altra cosa. Furono quindici giorni di full immersion e tutto ciò che avevo fino ad allora saputo sulla pasta mi risultò inutile. Ale anziane romagnole Infatti erano regine nel loro campo, con le loro mani sfogliavano e chiudevano la pasta con una minuzia ed una velocità incredibili. Appresi molto comprendendo che ancora avevo da imparare. Quando tornai a metà gennaio iniziai la mia relazione con Patricia. Ci eravamo ripromessi di andare piano, per cui nonostante l'attrazione reciproca oltre i baci e le carezze non andammo. Dal momento che lavoravamo insieme avevamo deciso di essere cauti, un litigio o una qualcosa che non sarebbe andato bene nel nostro rapporto potevano ripercuotersi sull'intera brigata. Per questo, quando zia Saffi si presentò ai piedi della Westminster eravamo entrambi molto tesi. La presenza di lady Sapphire Cooper ci rubava un po' di tempo per noi, che comunque bramavano quegli attimi. "Possiamo andare da qualche parte, oppure puoi venire da me." Mi chiese. Non avrei di sicuro potuto dirle di no. "Andate pure, mia zia ha bisogno di me." I ragazzi assentirono e andarono, io prima di salire in auto lasciai uno sguardo di scuse e Patricia. "La tua ragazza?" Mi chiese Saffi passandomi le chiavi dell’auto. "Una cosa del genere si. È di due anni più piccola e l'hanno inserita nel mio team di chef al servizio di mezzogiorno." Spiegai mettendomi alla guida e dirigendomi verso la sua abitazione. “Come si chiama? È molto carina sai?" Sorrisi compiaciuto. "Si chiama Patricia, viene da Belfast e vuole prendere il master in pasticceria." Le dissi orgoglioso . "L'hai presentata ai tuoi genitori?" Sbuffai. "Temo la reazione di mamma. Non capisco perché non accetta la mia scelta di diventare cuoco e frequentarne altri." "Credo dipendi da... tua madre biologica." Mi disse Saffi a bruciapelo. "Mia madre biologica? Che cazzo c'entra lei? Non so chi sia o come si chiami. Lei e mio padre mi hanno abbandonato in un orfanotrofio." Dissi cinico. "Per la precisione le cose non sono andate così. Chi ti ha detto che sei stato abbandonato in orfanotrofio?" Mi chiese stupita. "L'ho immaginato. Caz..." lo guardai con ammonizione "Scusa zia Saph. Ma è palese che mi abbiano adottato, ho ventiquattro anni e ancora non hanno avuto le palle per dirmelo anche quando ho affrontato l’argomento. Se fossi nato biondo come tuo figlio, non lo avrei mai capito." Le dissi frustrato evitando di dirle che non mi sarei neanche sentito soffocare. "Le cose non sono andate come credi." Mi disse. "I tuoi genitori avrebbero dovuto dirti che non sei loro, ma tu sei stato loro affidato proprio da tuo padre." Il peggiore errore che mio padre potesse fare. Perché mi aveva lasciato a loro e non mi aveva tenuto con se. Cazzo! Rafael era stato cresciuto da lui era palese. "Il grande capo! Ha abbandonato me e Thomas." Risposi cinico ripensando al bastardo con cui viveva mio fratello maggiore. "Non ha abbandonato nessuno dei due. Dovresti parlare con tua madre così capiresti cosa è successo." Mi disse Sapphire. “Non so come tu sia arrivato da Molly e Sean. Ma so che sia loro che tua madre, una cuoca di origini scozzesi avevano nascosto a Tom della tua esistenza. Quando tuo padre lo ha scoperto ha fatto di tutto per renderti l'infanzia serena, per questo sei partito per Monaco e cresciuto con i tuoi fratelli. Sai che Molly è asfissiante, immaginala quando eri piccolo." Mi rivelò. "Quando tuo padre scoprì della tua esistenza cercò di portarti via, ma tu eri affezionato alla mamma, per non separarti da lei tuo padre naturale ti mandò in collegio. Era un modo per non vivere soffocato dall'amore di Molly." Eppure ancora mi soffocava. Arrivammo a casa Cooper, parcheggiai e la guardai. "Lo stai immolando perché è il padre di Tommy, ma vi ha lasciato." Le dissi secco! Non volevo assolutamente provare nulla di buono verso quell’uomo. Seguii la zia che aprì la porta anche se mi fermò prima che potessi entrare. I nostri occhi si incrociarono. "Io ho lasciato lui." Mi confessò entrando e chiudendosi il mondo alle spalle. Chiese un the alla si finta Hannah e tra un sorso e l’altro e un biscotto, mi raccontò tutta la sua storia. Ero incredulo, Sapphire aveva volutamente deciso di restare con Davis per i suoi figli? Non volevo vedere del buono nell’uomo che mi aveva concepito, altrimenti mi sarebbe mancato e non lo avrei disprezzato perché mi aveva abbandonato. "Perché mi stai dicendo tutto questo?" Chiesi. "Stephan mi lasciò una lettera alla sua morte. Purtroppo l'ho letta solo adesso." Mi disse rammaricata. "Purtroppo... cosa c'era scritto?" Chiesi. Lei sospirando prese la lettera dalla borsa e me la porse. C’era un tratto sottolineato. "Ti pregherei di leggere solo quello che ti ho evidenziato. È una lettera intima e personale." Mi disse. Assentii e presi la lettera iniziando a leggerla…
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