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Nora
Quando ripenso a quel giorno, il mio comportamento non ha alcun senso per me. Non capisco il motivo per cui io non l’abbia affrontato con maggior convinzione, perché non abbia nemmeno cercato di nuovo di scappare. Non è stata una decisione razionale da parte mia—non è stata una scelta consapevole quella di cooperare per evitare il dolore.
No, sto agendo puramente d’istinto.
E il mio istinto è quello di sottomettermi a lui.
Mi mette sul letto e rimango sdraiata lì. Sono troppo esausta per la nostra lotta di prima e mi sento ancora intontita per la droga.
C’è qualcosa di così surreale riguardo a quello che mi sta succedendo che la mia mente non riesce a funzionare del tutto. Mi sento come se stessi guardando un film. Non è assolutamente possibile che io mi trovi in questa situazione. Non posso essere la ragazza che è stata drogata e rapita e che permette al suo rapitore di toccarla, di accarezzarle tutto il corpo.
Siamo sdraiati di fianco, guardandoci a vicenda. Sento le sue mani sulla mia pelle. Sono un po’ ruvide, callose. Calde sulla mia carne congelata. Forti, anche se non sta usando la forza in questo momento. Potrebbe sottomettermi con facilità, come ha fatto prima, ma non ce n’è bisogno. Non mi sto opponendo. Sto fluttuando in una torbida nebbia sensuale.
Mi bacia di nuovo, accarezzandomi il braccio, la schiena, il collo, la parte esterna della coscia. Il suo tocco è delicato, ma fermo. È quasi come se mi stesse facendo un massaggio, solo che riesco a sentire l’intenzione sessuale nelle sue azioni.
Mi bacia il collo, mordicchiando leggermente il punto sensibile in cui il mio collo e la spalla si uniscono e rabbrividisco per la piacevole sensazione.
Chiudo gli occhi. La sua sorprendente dolcezza è disarmante. So che dovrei sentirmi violata, e mi sento così, ma mi sento anche stranamente adorata.
Con gli occhi chiusi, fingo che questo sia solo un sogno. Un’oscura fantasia, come quelle che a volte ho nella tarda notte. Rende più appetibile il fatto che io stia permettendo a uno sconosciuto di farmi questo.
Una delle sue mani ora è sulle mie natiche e stringe la carne morbida. L’altra mano sale lungo la mia pancia, fino al torace. Raggiunge i miei seni e afferra quello sinistro nel palmo della mano, stringendo leggermente. I miei capezzoli sono già duri e il suo tocco è molto piacevole, quasi rassicurante. Rob mi ha fatto questo in passato, ma non è mai stato così. Non mi sono mai sentita così.
Continuo a tenere gli occhi chiusi mentre mi gira sulla schiena. In parte sta sopra di me, ma la maggior parte del suo peso è sul letto. Non vuole schiacciarmi, me ne rendo conto, e gliene sono grata.
Mi bacia il collo, la spalla, lo stomaco. La sua bocca è calda e mi lascia una scia umida sulla pelle.
Poi avvolge le labbra intorno al mio capezzolo destro e lo succhia. Il mio corpo si inarca e sento la tensione nel basso ventre. Ripete l’azione con l’altro capezzolo e la tensione dentro di me cresce, si intensifica.
Lo avverte. So che è così, perché la sua mano si insinua tra le mie cosce e sente l’umidità lì sotto. "Che brava ragazza" mormora, accarezzandomi le pieghe. "Così dolce, così sensibile."
Mi lamento mentre le sue labbra scendono lungo il mio corpo e i suoi capelli mi fanno il solletico sulla pelle. So cosa intende fare e la mia mente si svuota quando lui raggiunge la sua destinazione.
Per un attimo, cerco di resistere, ma mi separa le gambe senza sforzo. Le sue dita mi accarezzano delicatamente, quindi mi separa le piccole labbra.
E poi mi bacia lì, scatenando un’ondata di calore dentro di me. La sua bocca esperta mi lecca e mi mordicchia il clitoride fin quando non mi lamento, e poi avvolge le labbra intorno ad esso e succhia delicatamente.
Il piacere è così forte, così sconvolgente da farmi spalancare gli occhi.
Non capisco cosa mi stia succedendo ed è spaventoso. Sto bruciando dentro, palpitando tra le gambe. Il cuore mi batte così forte che non riesco a riprendere fiato e mi ritrovo ad ansimare.
Comincio a dimenarmi e lui ride sommessamente. Sento gli sbuffi d’aria del suo respiro sulla mia carne sensibile. Mi tiene giù con facilità e continua a fare quello che stava facendo.
La tensione dentro di me sta diventando insopportabile. Mi agito contro la sua lingua e i miei movimenti sembrano farmi avvicinare ad un limite inafferrabile.
Poi mi lascio andare a un leggero urlo. Tutto il mio corpo si contrae e vengo sommersa da un’ondata di piacere così intensa da farmi arricciare le dita dei piedi. Sento i miei muscoli interni pulsare e mi rendo conto di aver appena avuto un orgasmo.
Il primo orgasmo della mia vita.
Ed è stato per mano, o meglio per bocca, del mio rapitore.
Sono così scioccata che voglio solo raggomitolarmi e piangere. Chiudo di nuovo gli occhi.
Ma non ha ancora finito con me. Sale sopra di me e mi bacia di nuovo la bocca. Ha un sapore diverso ora, salato, con un sottofondo che sa un po’ di muschio. Viene da me, mi rendo conto. Sto assaporando me stessa sulle sue labbra. Una calda ondata di imbarazzo mi attraversa il corpo, mentre la fame dentro di me si intensifica.
Il suo bacio è più carnale di prima, più ruvido. La sua lingua mi penetra la bocca in un’evidente imitazione dell’atto sessuale e i suoi fianchi si posizionano pesantemente tra le mie gambe. Una delle sue mani mi tiene la parte posteriore della testa, mentre l’altra è tra le mie cosce, strofinandomi leggermente e stimolandomi ancora.
Ancora non resisto del tutto, anche se il mio corpo si contrae quando la paura ritorna. Sento il calore e la durezza della sua erezione spingere contro l’interno della mia coscia e so che sta per farmi del male.
"Ti prego" sussurro, aprendo gli occhi per guardarlo. La mia vista è offuscata dalle lacrime. "Ti prego . . . Non l’ho mai fatto prima—"
Le sue narici si dilatano e i suoi occhi brillano. "Mi fa piacere" dice a bassa voce. Poi sposta un po’ i fianchi e usa la mano per guidare la sua asta verso la mia apertura.
Ansimo appena comincia a spingere dentro. Sono bagnata, ma il mio corpo resiste all’intrusione sconosciuta. Non so quanto sia grosso, ma sembra enorme mentre la punta del suo cazzo entra lentamente dentro di me.
Comincia a far male, a bruciare, e urlo, spingendo sulle sue spalle.
Le sue pupille si dilatano, facendo sembrare i suoi occhi più scuri. Ci sono gocce di sudore sulla sua fronte e mi rendo conto che in realtà si sta trattenendo. "Rilassati, Nora" mi sussurra aspramente. "Farà meno male se ti rilassi."
Tremo. Non riesco a seguire il suo consiglio perché sono troppo nervosa e perché fa davvero male anche solo avere un po’ di lui dentro di me.
Continua a spingere e la mia carne lentamente lo lascia entrare, dilatandosi controvoglia per lui. Ora mi contorco, singhiozzando, mentre gli graffio la schiena con le unghie, ma è implacabile, facendo entrare il suo cazzo centimetro dopo centimetro.
Poi si ferma un attimo e vedo una vena pulsare vicino alla sua tempia. Sembra dolorante. Ma so che gli fa piacere sapere che mi fa così male.
Abbassa la testa e mi bacia la fronte. E poi spinge oltre la mia barriera verginale, strappando la sottile membrana con una spinta decisa. Non si ferma fin quando tutta la sua lunghezza non è dentro di me e il suo pelo pubico non spinge contro il mio.
Quasi svengo dal dolore. Il mio stomaco si contorce dalla nausea e mi sento debole. Non riesco nemmeno a urlare; tutto quello che riesco a fare è cercare di fare piccoli respiri per evitare di svenire. Sento la sua durezza dentro di me ed è la cosa più dolorosa e invasiva che abbia mai provato.
"Rilassati" mi sussurra in un orecchio: "Rilassati, gattina mia. Il dolore passerà, starai meglio . . ."
Non gli credo. Mi sento come se un palo riscaldato fosse stato spinto dentro di me, aprendomi in due. E non posso far nulla per fuggire, per sentire meno dolore. È troppo grande rispetto a me, troppo forte. Tutto quello che posso fare è rimanere sdraiata lì, impotente, bloccata sotto di lui.
Non muove i fianchi, non spinge, anche se riesco a sentire la tensione nei suoi muscoli. Mi bacia dolcemente la fronte un’altra volta. Chiudo gli occhi, mentre lacrime amare mi rigano le tempie e sento le sue labbra sfiorarmi leggermente le palpebre.
Non so per quanto tempo rimaniamo in quel modo. Mi riempie di dolci baci sul viso, sul collo. Mi abbraccia, mi accarezza la pelle in una parodia del tocco di un amante. E per tutto il tempo, il suo cazzo è sepolto in profondità dentro di me, mentre la sua durezza inflessibile mi fa male, mi brucia dentro.
Non so a che punto il dolore cominci a cambiare. Il mio corpo infido lentamente si addolcisce, comincia a rispondere ai suoi baci, alla tenerezza del suo tocco.
Il malvagio bastardo lo nota. E lentamente comincia a muoversi, estraendo parzialmente il cazzo dal mio corpo e infilandolo di nuovo all’interno.
Inizialmente, i suoi movimenti peggiorano le cose, amplificando la mia agonia. E poi si allunga tra i nostri corpi con una mano e utilizza un dito per spingere nel mio clitoride, mantenendo la pressione leggera e costante. Le sue spinte mi muovono i fianchi, facendomi sfregare sul suo dito in modo ritmico.
Con mio orrore, sento la tensione crescere dentro di me ancora una volta. Il dolore è ancora lì, ma lo stesso vale per il piacere. Mi contorco tra le sue braccia, ma ora sto anche combattendo contro me stessa. Le sue spinte si fanno sempre più forti, più profonde e io grido per l’insopportabile intensità. Il dolore si mischia col piacere, fino a diventare indistinguibili l’uno dall’altro, fin quando non mi ritrovo in un mondo di pura sensazione travolgente. E poi esplodo, mentre l’orgasmo mi attraversa con una forza tale che la mia vista si appanna per un momento.
Improvvisamente, lo sento gemere contro il mio orecchio e lo sento diventare ancora più spesso e più lungo dentro di me. Il suo cazzo pulsa e sbatte in profondità dentro di me, capendo che anche lui ha raggiunto l’orgasmo.
Poi, scivola fuori da me e mi abbraccia, stringendomi forte.
E piango tra le sue braccia, cercando conforto dalla stessa persona che è la causa delle mie lacrime.