Capitolo 4 - Taddheus

824 Words
Andai a dormire eccitato! In realtà pensai che la storia a Tom fu indifferente poiché non fece alcun commento. Nonostante ciò quando quella sera papà venne a darci la buonanotte lo sentii chiedere. "Perché le persone sono così cattive e uccidono gli innocenti?" Chiese "È tutta una questione di dominio, ci sono persone che in nome della ricchezza e del loro pensiero, pensando col potere che acquisiscono di dover decidere degli altri." Spiegò. "Deportando persone nei campi dì concentramento e uccidendo innocenti?" Chiese. "Che giustizia è questa?" "Non è giustizia infatti." Rispose papà. "Per questo ciò che vi chiedo, nonostante voi siate benestanti è ricchi, è di restare sempre umili. Aiutare il prossimo e avere rispetto della vita umana." "Non mi piacciono le guerre." Disse Tom. Concordando con lui, neanche a me piacevano. "A nessuno piacciono! I potenti sono in potere di fare tante cose buone e belle. Ma quando è il momento preferiscono giocare con le vite umane usandole come pedine su una scacchiera. In nome di una giustizia che non sta a loro decidere, lasciano morire tanti innocenti. Mandano in guerra figli e padri. Tanto non sono loro a combattere e morire, per un ideale che forse neanche li accomuna. A uccidere il prossimo più per sopravvivenza che per dovere! Lì suo campo di battaglia è una roulette russa! Sparo io o spari tu! Se sparo per prima mi salvo, se spari tu muoio. Tutte pedine in mano a un folle di turno. Per noi ebrei fu Hitler e prego Dio affinché non ci sia più un folle del genere a influenzare così la nostra società." "Perché Hitler fece tutto questo? Perché perseguitava i più deboli?" Chiese Tom. "Si credeva onnipotente. Ma nessuno lo è, gli uomini devono comprendere che nessuno può arrogarsi il diritto di decidere delle vite altrui. Ci sarà un solo giustiziere per tutti noi, puoi chiamarlo Dio, Yahweh, Allah o in un altro modo. E allora quando sarà il momento, l'uomo dovrà tener conto di tutto il male che ha fatto gratuitamente, perché non lascerà niente in questo mondo se non tutto il male che è stato fatto." Rispose papà. Era difficile spiegare certe cose. Eravamo bambini e papà riuscì a trovare delle parole semplici per farci capire. "Ricorda Tom, se hai potere e denaro, usalo sempre per un bene superiore. Proteggi i più deboli e i poveri. Sappi che ciò che tu puoi mangiare a qualcun altro è negato, che l'acqua di cui abusi per un altro bambino all'altro capo del mondo resta solo un miraggio! Aiutali, con fatti concreti e non con le parole, a vivere bene. Tieniti lontano dalla politica, per aiutare le persone non serve un luogo tossico e malato come quello, serve solo la tua testa, la coscienza che i politici non hanno e tanto buon cuore." Concluse papà. "Lo farò papà! Ti prometto che aiuterò chi ne avrà bisogno." Disse mio fratello maggiore. Nei giorni successivi ci raggiunsero veramente un po' di persone. Non tante come mi aspettavo, erano una dinastia e arrivarono solo vecchi, quando io e Tom ci aspettavamo altri bambini. Ciò ci permise però di ascoltare la loro riunione. Parlarono della casa durante la cena che si tenne a casa nostra questa volta. C'erano AJ, l'unico che conoscevamo dai racconti, con sua moglie Natasha, suo cugino Taddheus che era venuto dalla Francia e Pamela, la gemella di Stefan che era venuta dagli Stati Uniti. "Tu non hai un gemello?" Chiese nostra sorella Theresa curiosa per la presenza del solo Taddheus. Sorrisi. Aveva il mio stesso nome, o ero io ad avere il suo. “Mio fratello Olivier fu portato via con la mamma un giorno di autunno e non li ho più visti.” Le rispose tranquillamente l’altro Taddheus. Io sussultai. Quindi ci erano riusciti quelli delle SS a portarci via qualcuno di famiglia. “Mi dispiace.” Sentii dire da Tom che fece un passo avanti e si chinò. “Ci scusi per l’impertinenza di Theresa zio Taddheus. Non si ripeterà più.” Lui gli mise la mano sulla testa scompigliando i capelli di mio fratello. “Stai tranquillo, è passata. Ci sono tante cose nella vita, che quelle vecchie non fanno più tanto male.” Gli disse. Tom annuì. “Mi dispiace per tutte le cose brutte.” Ascoltando mio fratello, compresi in quel momento che aveva un cuore più grande di quello che dimostrava, si preoccupava per gli altri. “Anche a me.” Disse lo zio Taddheus. “Dopo la nascita di mia figlia Olivia, non sono venuti più figli. I due gemelli sono morti ancor prima di nascere, abbiamo aspettato ma nulla.” Disse indicandoci la figlia che era un po’ più grande rispetto a noi. Olivia era molto bella, aveva una pelle mulatta e lisci capelli neri. Era alta, forse perché aveva dodici anni. Sta di fatto che lei non giocava. Ci mettemmo a tavola e si iniziò a parlare della casa padronale.
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