Gli piace parlarmi della sua fanciullezza, della mamma e della sorellina acquisite. Si professa convinto che le due lo stiano cercando e verranno presto in nostro soccorso. Continua inoltre a promettere con ostinata perseveranza di aiutarmi a trovare Tahar, una volta liberi, come se davvero avessimo entrambi un futuro davanti, e per di più insieme. Considero il suo irrealistico ottimismo dolce e triste in contemporanea, ma sotto sotto apprezzo che non si arrenda nemmeno all’evidenza e non abbia paura di dire chiaro e tondo cosa pensa o quello che vuole. «Gradisci lo spettacolo?» domanda provocante, un sopracciglio inarcato. Non distolgo lo sguardo dal suo splendido viso. Ha tratti netti e decisi, labbra perennemente arricciate in un ghigno, ora amichevole, ora ammiccante, ora aggre