Miles POV
Il cuore mi batteva all’impazzata mentre aspettavo sulla riva del fiume notizie, qualunque notizia. I nostri sommozzatori stavano facendo del loro meglio per trovare qualcosa che avesse a che fare con lei. La mia coscienza continuava a ripetermi che era colpa mia. Ho cercato di scacciare quel pensiero un milione di volte, ma tornava sempre. Era colpa mia se si era gettata dalla scogliera? Mi rifiutavo di crederlo.
Forse non si era buttata. Forse era caduta. Forse si era avvicinata troppo al bordo ed era scivolata. Sì. Perché avrei dovuto pensare al peggio? Onestamente, non volevo che accadesse. Volevo solo che non avesse nulla a che fare con me.
Finora abbiamo trovato l’altra sua scarpa e una giacca rossa, quella che indossava quella sera. Nient’altro. Deglutendo ansiosamente, guardavo i volti preoccupati della sua famiglia. La signora Williams aveva insistito per venire e assistere alle ricerche. Il suo compagno la teneva stretta, e entrambi osservavano con ansia le acque spumeggianti del fiume. Anche Nolan non distoglieva lo sguardo. Tutti e tre avevano gli occhi incollati sull’acqua, mentre il nostro abile team di sommozzatori cercava qualsiasi cosa che potesse riguardare Cassandra, la ragazza umana.
Una profonda ruga solcava la fronte di mio padre. Gocce di sudore gli rigavano le guance. Sebbene fosse una semplice umana, la considerava un membro normale del branco. Non aveva mai discriminato altre specie, indipendentemente dal fatto che appartenessero a razze più deboli. E, da quello che avevo scoperto di recente, discriminare era anche contro la legge. Forse era per questo che gli anziani la trattavano come una di noi.
Trattenni un sorriso sarcastico. Non che questo facesse la differenza. Non mi importava trattare le altre specie con rispetto. Non volevo solo un legame con una compagna debole. Soprattutto non con un’umana, che non avrebbe mai avuto alcun potere speciale. Persino i maghi avevano capacità particolari, anche se non erano fisicamente forti.
Beh, immagino che non dovrei più preoccuparmi di essere legato a lei. Ma… dov’è il suo corpo? Se è annegata, il suo corpo dev’essere qui da qualche parte, no? I nostri sommozzatori stavano facendo del loro meglio da tre ore senza successo. Una squadra di guerrieri stava perlustrando le rive del fiume per vedere se il suo corpo fosse stato trascinato a riva. Un’altra squadra, guidata dalle sue migliori amiche, cercava nel bosco, per ogni eventualità.
Nonostante i nostri sforzi, non avevamo trovato nulla. Vedevo che i nostri lupi erano stremati. Voglio dire, erano passate tre ore, e tutto ciò che avevamo erano una scarpa e una giacca. Guardai mio padre, chiedendomi se fosse il caso di proporgli di interrompere le ricerche. Era inutile, dopotutto. I nostri lupi avevano già dato il massimo.
“Papà?” chiamai, dopo un po’.
“Hmm?” rispose, senza distogliere lo sguardo dall’acqua.
“Non pensi che siano stanchi?” chiesi, indicando un sommozzatore appena risalito a riva, che si era accasciato sulla sabbia, visibilmente esausto dopo l’intensa ricerca in acqua.
Si girò a guardare il sommozzatore, poi quelli che erano ancora in acqua, e sospirò profondamente.
“Lo sono…” mormorò tristemente, il suo volto passando dalla determinazione più pura alla disperazione più totale. Sembrava che avesse accettato la sconfitta.
Un dolore mi trafisse il petto. Era straziante vedere mio padre arrendersi. Un alfa forte e determinato, che non avevo mai visto accettare il fallimento, lo stava facendo proprio in quel momento. Deglutii, sentendo crescere una rabbia silenziosa verso quella ragazza umana.
Perché doveva andare sulla scogliera solo perché l’avevo respinta? Tutto questo è colpa della sua debolezza.
“Credo di dover interrompere le ricerche,” mormorò tra sé, fissando il sole al tramonto. Si avvicinò alla famiglia che l’aveva cresciuta come una figlia. Volendo sapere cosa stesse dicendo, lo seguii.
“Jonathan, mi dispiace…” mio padre si fermò. Sembrava difficile per lui ammettere la sconfitta.
Vidi i volti già tristi di Mr. e Mrs. Williams rabbuiare ancora di più. Si udirono sospiri profondi. Silenziose lacrime scesero. Mrs. Williams tremava mentre stringeva la mano del suo compagno.
“Va bene, Alfa. Comprendiamo,” rispose Mr. Williams con un sussurro appena percettibile. “Il sole sta quasi tramontando. Abbiamo fatto tutto il possibile,” aggiunse.
“Come vorrei averla fermata…” singhiozzò Mrs. Williams. La sua voce tremava. “Come vorrei…” e scoppiò a piangere di nuovo.
“Pensavo che non l’avrebbe fatto. Vorrei che ci avesse detto cosa la stava ferendo così tanto…” altre lacrime le bagnarono il viso.
“Mamma,” crogiolò Nolan, distrutto.
Mrs. Williams lo abbracciò e pianse sulla sua spalla.
“Mi manca tanto… davvero tanto,” aggiunse, con lo sguardo basso. I suoi occhi non avevano più il luccichio birichino che li caratterizzava. La sua morte lo aveva completamente cambiato.
“Non lasciarmi mai, Nolan,” sussurrò sua madre.
Premendo le labbra, guardai mio padre. Era troppo doloroso assistere a tutto ciò. Perché perdere qualcuno, neanche un parente, era così difficile per loro? Era un peccato che la ricerca fosse stata inutile, ma comunque…
“Richiameremo le nostre squadre per tornare al branco,” dichiarò mio padre, con tono comprensivo ma professionale.
“Sì, certo, alfa. Tesoro, andiamo a casa,” disse il padre di Nolan, posandole una mano sulla spalla.
“Nolan?” lei lo guardò, come per chiedergli se sarebbe venuto con loro.
“Vado con Miles,” rispose lui, e i due si allontanarono.
Rimanemmo sulla riva del fiume, fianco a fianco, finché mio padre non riuscì a radunare tutti i lupi che avevano partecipato alla ricerca. Li aveva avvisati tramite il legame mentale che era giunto il momento di tornare.
“Avrei voluto andare con lei,” disse improvvisamente Nolan, fissando ancora l’acqua. Mi voltai di scatto verso di lui.
“Eh?”
“Le avevo giurato che la amavamo e che la volevamo con noi, quando anni fa cercò di andarsene. Sono sicuro che qualcosa deve esserle successo per farla saltare improvvisamente dalla scogliera. Mi chiedo cosa sia successo,” disse Nolan, aggrottando la fronte mentre scuoteva la testa e mi guardava. I suoi occhi bruciavano di rabbia, fissandomi dritto negli occhi. Il cuore mi palpitava nel petto. Ogni battito sembrava un avvertimento.
“Era così felice ed entusiasta del falò di quest’anno. Stava benissimo. Lo giuro: se mai scoprirò chi l’ha ferita, ucciderò quella persona con le mie mani!” ringhiò, la sua tristezza improvvisamente sostituita da pura collera.
Un brivido mi percorse la schiena mentre osservavo attentamente il suo volto. Rabbrividii mentre la pelle d’oca si arrampicava sul mio corpo. Oh buon Dio! Spero che non scopra mai cosa è successo. Feci un respiro profondo. Non lo saprà mai, mi dissi. Come potrebbe scoprirlo? Non c’era modo.
“Miles!”
La voce di mio padre attirò la nostra attenzione. Le truppe avevano già iniziato il viaggio di ritorno.
“Andiamo,” ci chiamò, e lo seguimmo.
Mentre camminavamo, il mio cuore continuava a battere all’impazzata. Non voglio perdere un grande amico come Nolan. Inoltre, speravo che accettasse la mia proposta di diventare il mio beta quando sarei stato nominato alfa. Era il miglior recluta che conoscessi, e quello con cui andavo più d’accordo. A parte Castor, naturalmente. Lui sarebbe stato il mio gamma. Avevo sempre pensato che fossimo la squadra perfetta. Tuttavia, questa situazione improvvisa mi aveva reso riluttante a fare quella proposta.
Quando avevo scoperto che mio padre mi avrebbe passato il ruolo, Cassandra aveva messo in scena questa tragedia. Quindi ora non era il momento giusto. Avrei dovuto aspettare e avere pazienza.
“Miles,” mi chiamò mio padre.
“Sì, papà?”
“Stavo per passarti il ruolo di alfa questo fine settimana. Ma pensi che dovremmo aspettare? Nolan e la sua famiglia stanno attraversando un momento difficile,” disse con tono implorante.
Lo guardai. Le sue labbra erano strette in una linea sottile.
“Credo che dovremmo aspettare,” risposi.
“No.”
La dichiarazione improvvisa di Nolan mi sorprese un po'. “Andate avanti. Va bene. Voglio dire... la vita continua, no? La ricorderò sempre come mia sorella e la porterò sempre nelle mie preghiere. Rimandare la cerimonia non la riporterebbe indietro comunque. Sono sicuro che anche mamma e papà non vorrebbero che la posticipaste.” Disse, evitando di incrociare lo sguardo di chiunque. Continuava a guardare i suoi piedi mentre camminavamo.
“Sei sicuro, Nolan? Possiamo aspettare una o due settimane,” chiese mio padre con voce gentile.
“Sì, Alfa.” Confermò a bassa voce, fissando ancora la terra sotto di sé.
“Ma voglio te come mio beta. E voglio che tu sia pronto,” dissi.
Chiudendo gli occhi, espirò profondamente.
“Un po’ lo immaginavo che lo avresti detto, Miles. E Castor come gamma?” chiese, e annuii. Inspirò di nuovo, ma il suo respiro era instabile. Dubito che riuscirà a fare qualcosa questo fine settimana.
“Io... io...”
“Va bene, Nolan. Possiamo aspettare una o due settimane. Forse allora sarai pronto,” gli disse mio padre.
“Forse.” Una lacrima gli scivolò sul viso. “Vorrei solo che Cassy fosse qui per vederlo. Sarebbe stata così orgogliosa di me.” Aggiunse in un sussurro appena udibile. Sembrava così profondamente colpito dalla sua morte.
“Lo sarà, Nolan, anche ora. È in un posto migliore. E starà sorridendo a te dal cielo,” gli disse mio padre.
Premendo le labbra, scelsi di non dire nulla. Stava diventando irritante sentirli parlare di lei continuamente. Perché non possiamo parlare di qualcos’altro?
“Allora accetti di essere il mio beta?” chiesi, cambiando argomento.
“Sì.” Rispose, accennando un lieve sorriso. “E grazie per tutto. Il tempo e lo sforzo per cercarla. Significa molto per me.” Aggiunse, dandomi un abbraccio fraterno prima di allontanarsi verso casa sua.
Passò una settimana, e la famiglia di Nolan sembrava, in qualche modo, aver superato il dolore. O forse erano solo bravi a nasconderlo. Preparammo la cerimonia per il passaggio di alfa, un evento in cui tutto il branco si riunì per assistere a questo grande momento.
Mi trovavo al centro del cerchio, dove i miei genitori stavano in piedi, mano nella mano. Sollevarono il pugnale cerimoniale verso la luna, un gesto solenne e pieno di significato. Il pugnale mi sarebbe stato consegnato quando la luna fosse giunta al suo culmine.
Quando mi porsero il pugnale, fissai la lama con concentrazione e, senza esitazione, mi tagliai il palmo della mano, lasciando che il mio sangue scorresse sulla lama. È intriso del sangue di tutti gli alfa che hanno guidato questo branco, se non sbaglio.
Poi mi trasformai nel mio lupo, un maestoso nero di mezzanotte, e ululai verso la luna. Nolan e Castor mi seguirono, e poi il resto dei membri del branco si unì a noi.
Sorridendo interiormente, osservai i numerosi lupi che mi circondavano. Erano la mia gente. Il mio branco. E ora, io sono il loro Alfa.