È finita

1776 Words
Capitolo 5 P.O.V. di Gabi Il lunedì è arrivato prima di quanto volessi. Non voglio avere a che fare con Jack, perché sento che si arrabbierà molto, ma non dovrebbe. Ha cercato di farmi credere che siamo compagni ma non è vero. Avrei voluto saper lottare perché non desideravo altro che dargli un pugno sulla sua bella faccia per aver cercato di ingannarmi. Non ho nulla e lui cerca ancora di riprendermi. Lo vedo dirigersi verso di me nella mensa, con un sorriso compiaciuto sul suo bel viso, e mi ricordo di quanto io sia inutile ai suoi occhi, agli occhi di tutti loro, e mi ricordo della chiacchierata che ho fatto ieri con i miei genitori. flashback Avevo finito di pulire e stavamo tutti pranzando. Papà mi guardò e mi chiese: “Sei pronta a dirci cosa c’è che non va con Jack?”. “Non uscirò più con Jack. Non è il mio compagno. L'ha sempre saputo. Voleva solo convincermi con l'inganno ad andare a letto con lui. Non gli importa nulla di me. Mi ha definito un umile Omega e ha detto che meritava di meglio che avere me come compagna. L'ho sorpreso a fare sesso con un'altra ragazza quando sono andata a portare gli asciugamani in palestra. Voleva solo venire a letto con me un paio di volte e poi scaricarmi. Mi sento così stupida per esserci cascata e per aver pensato che gli importasse di me. Mentre si stavano rivestendo ha detto chiaramente che non mi amava e non gli importava nulla di me”. Sputai il rospo. “A questo proposito” disse mio padre guardando mia madre, che annuì e poi andò in camera da letto. Mia madre tornò con una piccola scatola con il mio nome, si sedette di nuovo al tavolo e mi sorrisde dolcemente. “Gabi, ti vogliamo bene. Sei la cosa più preziosa della nostra vita. Ma dobbiamo essere chiari con te. Domani compirai diciotto anni e devi sapere una cosa” disse mia madre e poi guardò mio padre. “Gabi, noi non siamo i tuoi genitori biologici. Ti abbiamo trovata quasi sedici anni fa nel bosco. Eri sola e alta circa 3 metri. Ti trovavi in una cesta che aveva delle corde per fissarla in modo che non cadesse dall’albero. Avevi un vestito molto bello e una coperta che ti copriva. Non sapevamo perché fossi sull'albero, ma ho preso la cesta. Avevamo sempre desiderato avere un figlio, ma non ci eravamo mai riusciti. Pensavamo che i tuoi veri genitori non ti avessero voluto o non si fossero presi abbastanza cura di te per farti finire su quell'albero. Avremmo dovuto cercare di riportarti al tuo Branco e abbiamo tenuto gli occhi aperti, ma non abbiamo mai sentito parlare di bambini scomparsi. All'epoca, non avevamo la macchina per poterti riportare lì e, francamente, eravamo affezionati a te e non volevamo perderti. Mi dispiace Gabi, sentivamo che la Dea ci aveva benedetto con te, quindi ti abbiamo tenuta con noi. Sapevamo che era sbagliato, ma essere i tuoi genitori è stata la gioia più grande della nostra vita. È per questo che volevamo andarcene quando hai iniziato a essere presa di mira a sedici anni. Avremmo fatto qualsiasi cosa per te, piccola. Spero che tu non sia arrabbiata con noi. Avremmo voluto dirtelo prima, quando avevi sedici anni ma, a causa degli abusi, credo che il tuo lupo ti stia curando e non sia abbastanza forte da permetterti di affrontare la tua prima trasformazione. Credo che stia per arrivare, dato che sono passate alcune settimane da quando ha dovuto curarti da un incidente davvero brutto. Credo che stia per fare la sua comparsa e, per quanto ti abbia guarita, posso dire che è un lupo molto forte. Ne abbiamo parlato ieri sera e abbiamo deciso che svuoteremo i nostri risparmi e lasceremo tutti e tre il Branco nelle prossime settimane. Voglio che tu abbia l'opportunità di trovare il tuo compagno, in modo che possa venire con noi se decide di farlo. Mi dispiacerebbe se lasciassimo il Branco e tu non trovassi mai il tuo compagno perché ce ne andiamo di punto in bianco senza darti qualche settimana per vedere se c'è”. Mio padre finì di parlare e mia madre si alzò mentre mi raccontava come mi avevano trovato e lo abbracciò. Avevano le lacrime agli occhi e sembrava che pensassero che li avrei respinti. Perché avrei dovuto? Li amo e mi hanno cresciuta, dandomi tutto quello che potevano, per tutta la vita. Mi hanno amata e si sono presi cura di me nel modo migliore che potessero fare. Non avrei mai potuto rifiutarli. Presi la scatola e tolsi il coperchio. Vidi un vestito molto bello, era ricamato con le mie iniziali e sembrava costoso. Anche la coperta era ricamata con le iniziali del loro Branco. Apparteneva al Branco Ombra Cremisi, con uno sfondo rosso sangue e un lupo completamente nero al centro. Era proprio al centro della coperta, ma era tutto quello che c'era nella scatola. I miei genitori erano ancora in silenzio, in attesa della mia reazione. Mi alzai, mi misi in mezzo a loro e li abbracciai forte mentre piangevano di sollievo. “Perché non dovrei voler stare con voi? Avete rinunciato a tutto per crescermi. Non avevate nulla, ma mi avete trovato e vi siete sentiti obbligati ad amarmi, a crescermi e a nutrirmi nonostante non avevate cibo per voi stessi. Avete scelto di amarmi, non perché sono vostra figlia biologica, ma perché mi avete visto e sapevate che avevo bisogno di voi. Mi avete scelta e io vi amo perché siete i miei genitori. I genitori soffrono per dare ai loro figli tutto ciò di cui hanno bisogno nella vita. Questo è ciò che avete fatto voi e siete i miei genitori tanto quanto quelli che sono i miei genitori biologici. Anzi, forse non mi hanno nemmeno voluta, perché non so come sono finita nella foresta in quel modo. Vi amo entrambi e, per quanto mi riguarda, voi due siete la mia mamma e il mio papà” dissi loro, che piansero ancora di più alle mie parole. Li amo, si sono sempre presi cura di me e li amerò per sempre per averlo fatto. Probabilmente, non esisterei nemmeno se non mi avessero portata a casa. Sarei potuta morire, cadere a terra cercando di uscire dalla cesta, essere venduta. Sono così grata. Non potrò mai ripagarli per tutto quello che hanno fatto per me. “Ho una domanda: come facevate a sapere quando era il mio compleanno?” chiesi loro. “Beh, sembrava che tu avessi due anni, più o meno. Quindi, il giorno in cui ti abbiamo trovata è diventato il tuo compleanno per noi” rispose mia mamma. Era logico che ragionassero in questo modo. Li abbracciai di nuovo e poi uscii per andare a vedere il tramonto sul lago. Fine del flashback Entro a scuola e mi dirigo verso il mio armadietto per sistemare i miei libri e andare in classe. Le prime tre lezioni si svolgono senza problemi e mi dirigo verso la mensa per pranzare. Vedo Jack e Story in fila insieme, ma da dove mi trovo non si può vedere se si stanno toccando, e non mi importa. Non lo voglio e non ho bisogno di lui nella mia vita. Il mio stomaco si gonfia e non so se riuscirò a mangiare qualcosa; quindi, prendo solo una mela e una bottiglia d'acqua e vado a sedermi a un tavolo nell'angolo per assicurarmi di aver fatto i compiti per le prossime due lezioni. Finisco di mangiare la mela e sento qualcuno avvicinarsi, Jack si siede sulla sedia di fronte a me e mi sorride. Di solito, mi fa effetto e, quando non ricambio, il suo sorriso scompare. Cerca di nuovo di essere affascinante, “Come stai oggi, bellezza? Mi sei mancata questo fine settimana. Avrei voluto guardare quel film insieme. Magari possiamo riprovarci questa settimana o nel fine settimana?”. Mi regala il suo sorriso più affascinante, poi si stira facendo alzare la maglietta. Ha sempre funzionato con me in passato, dato che il suo fisico mi piace e, onestamente, lo guardo. Ma questa volta, vede che lo guardo negli occhi e aggrotta le sopracciglia. “Qual è il problema, tesoro? Sembra che tu sia arrabbiata con me. Qualcuno ti ha preso di nuovo di mira? Devo parlare con qualcuno?” mi chiede, come se gli importi davvero. È bravo, ma non posso farmi abbindolare di nuovo. So che i miei giorni sono contati in questo Branco e non vedo l'ora di andarmene. Penso di poter sopportare qualsiasi cosa per due settimane. Comincio a fare lo zaino, perché so che sta per perdere la testa e non ho intenzione di rimanere a guardare lo spettacolo. “Jack, mi dispiace. Non voglio illuderti, quindi ti lascerò libero. Non credo che siamo fatti l'uno per l'altro. Poi, voglio stare con il mio compagno, non con qualcuno che non mi sopporta e vuole solo venire a letto con me. Non sono una persona facile e non sono stupida. Quindi, lasciamoci. Va bene?” dico alzandomi dalla sedia. Mentre parlo, lui si alza, con un'espressione completamente scioccata. La sua bocca è completamente aperta e sembra che non sappia cosa dire. Non è durato molto. “Brutta stronza” urla, facendo sì che tutti i presenti ci guardino. “Come osi lasciarmi? Sono molto più bravo di te. Dovresti essere contenta che ti abbia anche solo guardato. Sei una fottuta Omega di basso rango. Non vali assolutamente nulla e avresti valore solo se il tuo compagno avesse valore. Dubito che questo accadrà. Per la cronaca, ti lascio andare, non volevo comunque scoparti, sei una figa di legno e probabilmente faresti schifo anche in questo”. Jack mi colpisce, facendomi cadere e facendo cadere il mio zaino sul pavimento, mentre esce dalla mensa. Alcune persone ridono di me, altre guardano dove è andato lui, poi vedo Heather, Lisa e Irene che mi guardano sorridendo e capisco che il dolore sta tornando. Comunque sia, posso sopportare tutto questo per altre due settimane, per vedere se il mio compagno è qui nel Branco. L'ho fatto per due anni, quindi non dovrebbe essere così difficile. Sabato è il mio compleanno e mi concederò un po' di tempo, ma dopo due settimane andrò via. Non credo che vorrei, soprattutto se è di questo Branco. Non ho visto nessuno che valga il mio tempo qui e se la mia settimana è davvero così brutta, mi va bene anche andarmene il giorno del mio compleanno. Sono pronta ad andarmene, se devo essere sincera.
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