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1928 Words

23 L’indomani, nel padiglione nascosto di via Alfieri, Thérèse lo trovò preoccupato. Tentò dapprima di distrarlo con un’ardente spensieratezza, con le dolcezze di un’intimità premurosa, con l’umiltà superba di un’amante che si offre. Ma rimase cupo. Aveva meditato per tutta la notte, lavorato, costruito la sua tristezza e il suo tedio, trovando delle ragioni per soffrire. Il suo pensiero aveva avvicinato la mano che faceva scivolare una lettera nella cassetta, davanti al san Marco di bronzo, e lo sconosciuto banale e temibile che era stato visto alla stazione. Adesso, Jacques Dechartre dava un viso, un nome alla sua sofferenza. Nella poltrona antica in cui Thérèse si era seduta il giorno della sua felice venuta e che stavolta gli aveva offerto, era assalito da immagini penose, mentre lei,

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