Capitolo due

2244 Words
Azalea Camminavo avanti e indietro nell’ingresso. Non avevo ancora ricevuto notizie dalla pattuglia, ed era passata quasi un’ora. Ero già salita a controllare nella sua stanza per vedere se in qualche modo fosse riuscita a passarmi inosservata. Dove poteva essere andata? Missy non capiva che era un bersaglio prezioso per chiunque volesse colpire me o Liam, esattamente come Junior o Leo. È nostra figlia, non cambia nulla. Non mi perdonerei mai se le succedesse qualcosa per colpa di qualcuno che voleva raggiungere me o Liam. Il telefono squillò e il mio cuore sobbalzò. Guardai l’ID del mittente: era Damien. Perché mi stava chiamando così tardi? Di certo ero stata abbastanza silenziosa da non svegliare nessuno nella casa del branco.“Pronto?” risposi. “Azalea, Missy sta tornando a casa ora,” disse. Era diventato molto più premuroso da quando era nata Delilah. “Come fai a…” “Sean, in pattuglia, mi ha contattato telepaticamente. Mi ha detto che hai chiesto di non disturbare Liam. Suppongo tu gli abbia detto di dormire davvero un po’,” spiegò. “Sì. Dov’era?” chiesi, sentendomi leggermente più calma, anche se ero ancora preoccupata: era in ritardo di ore ormai. “Non lo so. La mia ipotesi? Probabilmente nello stesso posto dove li abbiamo trovati l’ultima volta. Se non vuoi che Liam si svegli e venga a cercarti, dovresti tentare di stare calma,” disse. Sospirai. Aveva ragione. Durante le mie prime due gravidanze, sembrava che tutte le mie emozioni fossero amplificate e Liam percepiva tutto. Ci sono state volte in cui andavo nel panico nel sonno e Liam si svegliava di soprassalto. “Lo so. Mi dispiace. Mi calmo, ho solo bisogno di un momento. Damien, cosa le passa per la testa?” Stavo di fronte alla porta, sperando quasi di vederla comparire in quel momento. Dovevo metterla a letto, calmarmi e poi tornare da Liam. “Non lo so, Lea. Non l’ho nemmeno vista alla festa stasera,” disse. “Lo so. Ho immaginato fosse solo stufa di tutto. Sai come sono gli adolescenti. Anche voi scappavate durante le riunioni del branco,” dissi. Trattenni il fiato quando un braccio mi avvolse all’improvviso, e una grande mano si allungò per prendere il telefono. Il suo profumo di bosco mi avvolse, rilassandomi dopo lo spavento. Liam prese il telefono e se lo portò all’orecchio, tenendomi stretta a sé, la mia schiena contro il suo petto. “Damien,” disse con un tono irritato. Non riuscivo a sentire l’altra parte della conversazione, ma fu breve, perché la porta d’ingresso si aprì lentamente.“È qui. Ne parliamo domattina. Grazie,” disse, poi chiuse la chiamata. Si infilò il telefono nella tasca dei pantaloncini. Entrambi guardammo Missy, ferma a metà della porta. “Mi dispiace tanto…” disse lei. Liam Mi svegliai di colpo, avvolto da una sensazione di panico. Azalea. Guardai subito l’orologio sul comodino: le 2:18. È passata mezzanotte, perché sta andando nel panico? Mi guardai intorno nella stanza, realizzando rapidamente che non era lì. Balzai fuori dal letto e corsi in bagno a controllare. Niente.“Azalea?” Chiamai, muovendomi nella nostra camera da letto. Naturalmente, nessuna risposta. Aprii la porta e mi diressi lungo il corridoio verso la stanza di Missy. La porta era sbloccata, girai la maniglia e la aprii, trovandola vuota. Maledizione. Corsi lungo il corridoio e scesi le scale per cercare la mia compagna. Sapevo che era ancora nella casa del branco, ma dove? Se stava aspettando Missy, probabilmente era o in sala da pranzo con una tazza di tè o nell’ingresso, camminando avanti e indietro, e speravo fosse la prima. Non aveva bisogno di ulteriore stress in questo momento. Andai prima in sala da pranzo, ma non c’era traccia di lei. Diedi un’occhiata in cucina, trovando solo una tazza accanto alla teiera, segno che era stata lì. Mi affrettai fuori dalla cucina e verso l’ingresso. Mi rilassai leggermente quando la vidi rivolta verso la porta. Sembrava stesse parlando al telefono. Mi avvicinai lentamente, per non spaventarla, e riconobbi la voce di Damien dall’altra parte della linea. Mi fermai dietro di lei, avvolgendola dolcemente con un braccio e prendendole il telefono. Sentivo la sua ansia attraverso il nostro legame e speravo di poterla calmare un po’. Sobbalzò leggermente, ma appena si accorse che ero io, il suo corpo si rilassò.“Damien,” dissi portando il telefono all’orecchio. “Liam, ha cercato di non svegliarti. Sono riuscito a contattare Missy telepaticamente e l’ho indirizzata verso casa. Dovrebbe essere sulla porta da un momento all’altro,” disse. Come se fosse in sintonia con le sue parole, la porta d’ingresso si aprì lentamente, e il viso di Missy fece capolino. “È qui. Parleremo domattina. Grazie,” dissi. Chiusi la chiamata e infilai il telefono in tasca. “Mi dispiace tanto…” Squittì Missy, rimanendo a metà della porta. I suoi capelli erano bagnati, e i vestiti umidi. “Ti rendi conto di che ora è?” Chiesi, cercando di tenere lontana la rabbia dalla voce. “Ho lasciato il telefono in macchina e abbiamo perso la cognizione del tempo. Non volevo farvi preoccupare…” disse rapidamente. Azalea si girò verso di me e mi poggiò una mano sulla guancia. “Non stanotte, mio Alfa” mi implorò, guardandomi con i suoi enormi occhi verdi. Sospirai, guardando di nuovo Missy. “Doccia e letto. Quindici minuti, non un secondo di più. Ne parliamo domani,” dissi. Lei annuì in fretta e si affrettò a passare oltre noi. Abbassai lo sguardo su Azalea. Sentivo la sua ansia affievolirsi, lasciando spazio solo alla preoccupazione. “Dovevi svegliarmi, piccola,” dissi dolcemente, accarezzandole le guance morbide. I suoi occhi luccicavano di lacrime non versate. “No, dovevi dormire. Mi dispiace tanto. È stato il legame, vero? Ti ho svegliato io?” Chiese. “Va tutto bene,” dissi, avvolgendola in un abbraccio. “È tornata, è al sicuro e assolutamente in punizione.” Le baciai la testa mentre lei mi stringeva a sua volta. “Mi dispiace. È stato sciocco farsi prendere dal panico,” disse contro il mio petto. “No, non lo è stato. È stato sciocco camminare avanti e indietro per questo corridoio per chissà quanto tempo, quando sai che non dovresti stare in piedi troppo a lungo,” la rimproverai. La staccai delicatamente dal mio abbraccio e mi chinai per sollevarla in braccio, come una sposa. “Adesso, mia Piccola Luna, ti porto a letto e non ti è permesso alzarti di nuovo stanotte.” Lei si appoggiò a me, accettando le mie parole. Negli ultimi anni aveva imparato a scegliere le sue battaglie, e ora si concentrava solo su quelle che poteva vincere. La portai di sopra. Passando davanti alla stanza di Missy, notai che la luce era già spenta. Entrai nella nostra camera e la adagiai sul letto. Salii accanto a lei e Azalea si stese sopra di me, le sue mani che accarezzavano leggermente la mia pelle mentre si rilassava.“Non possiamo portarle via Vlad, Liam. Finirebbe solo per respingerci ancora di più. È convinta che siano compagni,” sussurrò. Le accarezzai delicatamente i capelli. “Ne parliamo domani, amore. Dormi,” dissi. Entrambi avevamo bisogno di riposare. Leo si svegliava presto, e Azalea era stata sveglia tutta la notte. ****** Mi svegliai al suono del telefono che squillava. Risposi rapidamente per non svegliare Azalea. “Sì?” Sussurrai. “Lily ha preso i ragazzi. Prenditi la mattinata e lascia dormire Azalea. Più tardi vi facciamo portare un brunch,” disse Damien a bassa voce. “Grazie,” risposi prima di riattaccare. Anche se il telefono mi aveva svegliato, ero un po’ sollevato all’idea di avere ancora qualche ora da passare a letto con Azalea. Lei aveva bisogno di riposo dopo la notte precedente, e io stesso mi sentivo stanco dopo le ultime settimane. Inoltre, quando si fosse svegliata, avremmo potuto discutere di cosa fare con Missy.Azalea si mosse accanto a me. Avvolsi di nuovo il braccio attorno a lei, infilando la mano sotto la sua maglia per poggiarla sul suo piccolo pancino. “Mmmm,” borbottò assonnata. “Shhhh. Torna a dormire, Piccola Luna. È tutto sistemato,” le dissi dolcemente all’orecchio. “Ma Leo dovrebbe svegliarsi presto,” si lamentò. “No, Lily ha preso lui e Junior. Sono tutti a posto stamattina. Rilassati, amore mio,” dissi. “Allora siamo soli?” Sorrise. I suoi occhi si aprirono piano mentre girava la testa per guardarmi. “Solo io e te,” le dissi con un sorriso malizioso. Potevo già sentire il suo desiderio attraverso il nostro legame. “Sai, c’è una cosa che non sono riuscita a fare per il mio compleanno,” disse. Alzò un sopracciglio e capii immediatamente cosa voleva la mia Piccola Luna. Fortunatamente per lei, avevo tutta l’intenzione di darle tutto ciò che desiderava. Missy Quando scesi per colazione, Liam e Lea non c’erano. Il Delta Austin mi bloccò e mi portò da parte prima che potessi sedermi.“Ma cosa ti è passato per la testa? Tornare così tardi e far stare sveglia la Luna? Missy, che ti prende ultimamente?” Mi rimproverò.Avevo avuto una cotta gigantesca per lui crescendo, ma tutto era finito quando a scuola ci avevano spiegato di più sui compagni. All’inizio ero devastata all’idea che la mia cotta non potesse mai diventare il mio compagno, ma mi resi anche conto abbastanza in fretta che era tutto un po’ assurdo. Negli ultimi anni, però, eravamo diventati buoni amici. Austin era uno dei lupi più concreti del branco e la sua compagna era davvero simpatica. “Ho perso la cognizione del tempo, okay? Non pensavo che Lea mi aspettasse sveglia e si agitasse così tanto!” Gli risposi sulla difensiva. “Missy, sei loro figlia. È ovvio che restino svegli per assicurarsi che tu torni a casa sana e salva. La Luna sarebbe distrutta se ti succedesse qualcosa. E io vengo svegliato nel cuore della notte da Damien per andare a cercarti? Ero quasi arrivato a quella piccola radura dove ti abbiamo trovata l’ultima volta quando mi ha detto che eri già tornata,” disse, il volto segnato dalla preoccupazione. Perché tutti si stavano facendo prendere così tanto dal panico per il mio ritardo? “Non lo sapevo, okay? Mi dispiace. Ho lasciato il telefono nella macchina di V e stavamo solo chiacchierando. Siamo tornati appena Damien mi ha contattato!” mi difesi. “Missy, sono preoccupato per te. Negli ultimi mesi…” si interruppe. “Ascolta, devi essere un po’ più responsabile. Forse dovresti passare del tempo con qualcun altro oltre a Vlad, almeno per un po’. Lily ti ha dato un po’ di respiro stamattina: ha preso Junior e Leo così che l’Alfa e la Luna potessero dormire un po’ di più. Ma faresti meglio a preparare le scuse migliori che tu abbia mai fatto quando usciranno da quella stanza.” mi lanciò uno sguardo triste, scuotendo la testa, e se ne andò. Sospirai mentre mi avvicinavo per prendere un piatto di cibo. Non volevo deludere nessuno, ma nessuno capiva. Tutti gli altri ragazzi della mia età adoravano parlare di come mia madre non mi avesse amato e si fosse tolta la vita. E di come Lea e Liam mi abbiano adottata solo per fare bella figura. Non gli importava che mia madre avesse perso il suo compagno o di quanto Liam e Lea fossero incredibili. Volevano solo sparlare, e io lo odiavo. Non volevo essere amica di persone così. Vlad non era come loro. La prima volta che ci siamo conosciuti, mi aveva subito ferita. Mi aveva chiamato “Principessa Orfana” senza sapere quanto mi facesse ancora male. Ero scappata via in lacrime, perché avevo iniziato a provare qualcosa per lui e pensavo finalmente di avere una pausa da tutto questo. Pensavo che con lui non avrei dovuto essere definita da quello che era successo. Era venuto a cercarmi e si era scusato. Quando gli spiegai, si pentì immediatamente e da allora mi ha chiamata sempre solo “Principessa.” Mi sedetti da sola con il mio piatto e mangiai lentamente. Mi sentivo già in colpa tornando al branco sapendo che Lea aveva aspettato sveglia per me, ma vederla mi aveva fatto sentire dieci volte peggio. Era pallida, con occhiaie profonde. E Liam… Lui era silenziosamente furioso. Era bravo a nascondere la rabbia, ma lo sapevo. Potevo anche capire che fosse preoccupato soprattutto per Lea. Eravamo tutti in pensiero per questo cucciolo. Quando finii di mangiare, decisi di nascondermi nella mia stanza per il resto della giornata. Avevo un sacco di compiti e studio da fare comunque. Il telefono vibrò in tasca. Lo presi e lessi un messaggio di V. “Spero non ti sia messa nei guai. Vuoi andare al lago?” Sospirai, cercando di decidere cosa fare. Volevo andare con lui. Volevo passare tutto il tempo possibile con lui. Ma sentivo che sarebbe stato solo peggio se Liam e Lea fossero venuti a cercarmi e avessero scoperto che ero di nuovo via con lui. “Non posso. Ci sentiamo dopo?” Speravo che bastasse per ora. Stavo salendo nella mia stanza quando ricevetti la sua risposta. “Che è successo?” Arrivata alla mia stanza, mi sedetti alla scrivania prima di rispondere. “Niente per ora. Ma so che non sarà bello. Ti racconto tutto a scuola.” Posai il telefono e tirai fuori lo zaino, cercando i compiti di chimica.
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