Capitolo primo
Com’è il mondo in cui Boccaccio vive e in cui si muovono i suoi personaggi, quando la peste arriva terribile e travolge tutto?
Si calcola che la popolazione europea, negli anni fra il 1347 e 1350 in cui la peste attraversò l’Europa provenendo dall’Asia, contasse circa ottanta milioni di persone. Le città con più di sessantamila abitanti erano in tutto solo sei e cinque di queste erano in Italia: Venezia, Milano, Firenze, Roma e Napoli. La sesta era Parigi.
Questo dato da solo indica la grande ricchezza e dinamicità dell’economia italiana, all’epoca fra le prime in Europa e probabilmente nel mondo.
La peste viaggiando da est a ovest veicolata dalle pulci dei topi provocò circa ventisei milioni di morti, ossia uccise circa un terzo della popolazione europea in tre anni. Per tornare ai livelli precedenti e superare una crisi demografica, alimentare ed economica fortissima, ci vollero circa centocinquanta anni.
La peste rimase stabile in Europa per più di trecento anni e dopo ondate ricorrenti si avviò a scomparire alla fine del Seicento, mentre continue rivolte e bellicosità anarchica fra i potenti d’Europa caratterizzarono questi secoli. Accanto alla diffusione della paura delle streghe e di un senso angoscioso della morte rappresentato con evidenza in pittura, proseguirono a lungo ondate di nomadismo distruttore in Asia con ripercussioni sul confine europeo.
Un altro fattore contribuì all’estendersi di epidemie mortali: la nuova grande mobilità di eserciti legata alle crociate portava, oltre alle merci in arrivo dalla Terra Santa e vicino oriente, la lebbra, il tifo e altre malattie la cui diffusione era favorita dalla mancanza di igiene e l’abbondanza di pidocchi fra le mura delle città medievali.