Proemio

784 Words
Proemio Umana cosa è avere compassione degli afflitti: e questo vale sia per chi sta bene, sia soprattutto per chi, nella sofferenza, ha avuto bisogno di conforto e in qualche amico l’ha trovato. Io sono uno di quelli. Confesso che, fin dalla mia prima giovinezza a oggi, sono stato sempre travolto da un’intensa passionalità, forse in misura molto più grande di quanto non si addica alla mia modesta condizione sociale. Pur essendo stato apprezzato per questo mio carattere da chi mi ha conosciuto bene, tuttavia ho sofferto moltissimo: non per crudeltà della donna amata ma a causa della violenza eccessiva dei miei sentimenti, per cui non ho mai conosciuto la serenità ma piuttosto una continua indicibile pena. Sono assolutamente sicuro che, in questa perenne ansia, solo le riflessioni pacate nate dal dialogo con alcuni amici mi hanno salvato dalla morte. Il mio amare esagerato che non temeva né la ragione né la vergogna né il pericolo, dato che Dio, infinito, volle dare una durata limitata alle cose terrene, il mio amare dunque col tempo è cambiato, ed oggi so vivere il piacere di chi sceglie di non mettersi troppo a navigare per cupi mari in tempesta. Invece di affrontare l’amore come un viaggio faticoso, annullata l’ansia che prima mi generava, ora ne assaporo e vivo la dolcezza. Ma pur essendo cessata la pena, non ho affatto dimenticato l’importanza del conforto che ho ricevuto in passato, la generosità di chi ha condiviso la mia sofferenza, e lo ricorderò tutta la vita. Io sono convinto che la gratitudine sia la virtù più grande e che il suo contrario sia da condannare, e per questo, per non essere ingrato, mi sono ripromesso di rivolgermi a chiunque cerchi un po’ di sollievo, dato che coloro che mi furono vicini per fortuna non ne hanno bisogno. Sebbene il mio aiuto, o conforto, possa essere e sia poca cosa, tuttavia mi pare che sia più utile pensare a chi ne ha urgente bisogno e dunque l’apprezzerà di più. Chi negherà che questo aiuto, per quanto piccolo sia, è più necessario alle tenere e fragili donne, invece che agli uomini? Le donne tengono nascoste nel loro cuore delicato, per paura e per vergogna, le loro passioni d’amore, e chi l’ha provato sa bene che quelle nascoste sono tanto più forti di quelle espresse apertamente: inoltre, costrette a obbedire alla volontà, all’arbitrio, agli ordini di padri, madri, fratelli e mariti, vivono la maggior parte del tempo della loro vita chiuse nel piccolo perimetro delle loro camere, sedute, senza un ruolo preciso, combattute fra l’obbedienza e il desiderio di ribellione, immerse in silenzio in pensieri che ovviamente non possono essere sempre allegri. E se fra quei pensieri prende il sopravvento qualche malinconia legata a un desiderio struggente, questo doloroso stato d’animo non se ne va se non lo scacciano nuovi e diversi ragionamenti. Essendo intrappolate senza vie d’uscita, le donne sono molto più fragili degli uomini nel sopportare quest’ansia. È evidente infatti per tutti che gli uomini innamorati si comportano diversamente. Se sono afflitti da tensioni o malinconia hanno molti modi di superarle perché non mancano loro le occasioni. Se solo lo desiderano, sono liberi di trovare distrazioni, si muovono, possono udire o vedere molte cose intorno, andare a caccia di uccelli o a caccia, a pesca, cavalcare, giocare o darsi agli affari: tutti modi attraverso i quali chiunque, o del tutto o in parte, può allontanare da sé i cattivi pensieri almeno per un certo periodo di tempo, passato il quale o ci si consola o la sofferenza è minore. Dunque, per parte mia, al fine di rimediare un poco alla fragilità delle donne e al torto fatto loro da parte del destino, che fu più avaro di aiuto proprio con la parte più debole, intendo offrire soccorso e rifugio alle donne innamorate. Alle altre, bastano l’ago, il fuso e l’arcolaio. Intendo dunque raccontare cento novelle o favole o parabole o storie o come le vogliamo definire, narrate in dieci giorni da una onesta brigata di sette donne e di tre giovani che si era costituita nel pistilenzioso tempo della mortalità, e qualche canzonetta cantata da loro per divertimento. In queste novelle si leggeranno storie d’amore sia piacevoli che tragiche sia altre vicende imprevedibili accadute ai giorni nostri o in tempi antichi; le donne che le leggeranno potranno divertirsi per l’argomento di alcune storie, mentre da altre trarre qualche insegnamento utile per capire cosa sia da imitare e cosa da evitare. Tutto questo credo proprio che non possa accadere senza scacciare contemporaneamente la tristezza. Se questo avverrà, e voglia Dio che avvenga, ringrazio Amore, il quale liberandomi dai suoi lacci mi ha concesso di potermi dedicare ad offrire loro una serena allegria.
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