Il funerale della signora M.

389 Words
Il funerale della signora M. Quella mattina avrei dormito volentieri un’ora in più del solito, perché la sera prima avevo scritto fino a tardi; mi giravo nel letto, cercando di riconciliarmi con Morfeo, ma fastidiosi rumori di fondo ruppero quell’incanto: era il funerale della signora M. - Certo, che stupido, come ho fatto a dimenticarmi! - mi alzai di scatto e, ancora in pigiama, aprii la finestra del soggiorno: vidi il carro funebre e tutti i parenti della signora M. fermi dietro al cancello ancora chiuso: la scena mi strappò un piccolissimo sorriso. Mi vestii in un attimo e scesi di corsa. Davanti ai cancelli mi scusai con tutti, inventando sul momento un contrattempo con animali selvatici da cacciare via che, ovviamente, quella mattina mi avevano impedito di preparare tutto in orario per la sepoltura. «Per fortuna oggi non fa freddo, spero che un minuto in più non vi abbia dato particolarmente fastidio.» La mia vena sarcastica lasciò immediatamente spazio a un riverente rispetto, perché quella famiglia mi parse subito straziata dal dolore. Abbassai la testa aprendo il cancello principale ed il feretro fece ingresso nel “mio” mondo di marmo e platani. La processione e il rito del seppellimento durarono più del solito, perché i presenti erano piuttosto sconvolti tanto che una sorella della defunta, anziana anch’essa, perse i sensi e fummo costretti a darle soccorso. Mi stupiva tutto ciò, perché generalmente i parenti arrivavano da me mediamente spenti e silenziosi, già provati da precedenti giorni di dolore; quando chiesi, con tutta la discrezione di cui ero capace, spiegazione a uno di loro, venni a sapere che quel funerale era particolarmente doloroso, perché solo un mese prima la famiglia aveva già affrontato un lutto e le due vicende così vicine finirono con l’essere troppo difficili da sopportare. Fui molto colpito da tutto quel dolore e, dopo qualche mese di lavoro al cimitero di C., per la prima volta mi commossi. Ricordo d’essermi soffermato parecchio a guardare la fotografia della signora M.: rivelava i tratti d’una donna forte e affascinante, nonostante in quel ritratto avesse ben sessantanove anni. Quella giornata finì e mi ritrovai in eredità un velo di tristezza: tutte le mie precedenti riflessioni sulla negatività dei vivi, infatti, lasciarono posto ad una più semplice ed umana compassione. Per una volta, andai a letto col viso bagnato.
Free reading for new users
Scan code to download app
Facebookexpand_more
  • author-avatar
    Writer
  • chap_listContents
  • likeADD