14 - GABRIEL

1237 Words
Arrivammo all'albergo e parcheggiando l'auto all'ingresso cercai il suo sguardo. "Scendi dai." Scesi io stesso e dissi all'autista che attendeva, che era stato pagato la giacenza per tutto l'anno poi andai ad aprire il cofano per prendere le valigie. Intanto Heidi mi raggiunse e aprì la scatola che conteneva il suo trolley e poi quella dei libri. Facendoci caso attentamente, non erano tanti come sembrava, per questo prima mi era risultato leggero. I libri erano solo quattro, sotto di essi c'erano solo riviste. "Resta qui con me se ti va!" Le dissi indicandole l'albergo. "Domani potrai poi organizzarti. Dimmi la verità da quando progettavi questa fuga non è una cosa organizzata al momento. Lei mi guardò e mi sorrise. Era un sorriso che conoscevo benissimo, quello che le arrivava gli occhi. Era furbo e sicuramente questo l'avrebbe aiutata se avesse fatto l'avvocato. "In realtà volevo fare tutto in sordina quest'estate, ma nonno Placido si è ammalato e quindi sono partita anche io per Rio. Altrimenti sarei già stata lontano mille miglia da casa." Si avvicinò a me e fece spallucce tirandosi dietro il trolley. "Non mi avresti trovata a casa e non ci saremo salutati adesso...Non penso sia il caso di abusare della tua gentilezza, non vorrei metterti nei guai con London e soprattutto non posso permettermi questo albergo adesso." Mi disse tranquilla. "Sei una sciocca, dormi nella mia stanza ovviamente. In fondo tra un poco sarai universitaria sai con quanti ragazzi dormirai!" Le dissi con una punta di gelosia. Lei sbuffò. "Voi maschi siete tutti uguali pensate sempre a quello andrò all'università per studiare non per fare sesso quello è proprio escluso. Ti ho detto che ho degli obiettivi." Mi disse decisa. Come si vedeva che fino ad allora non aveva vissuto. "Puoi avere tutti gli obiettivi che vuoi, ma non potrai sfuggire alla vita universitaria, alle feste, ai ragazzi alle confraternite e tutto quello che gira intorno all'università." Le dissi facendole aprire gli occhi. "Ma secondo te perché i tuoi genitori non vogliono che tu ci vada? Sveglia una volta fuori casa inizierai a vivere e loro non potranno far nulla perché tu cresca." Le rivelai, perché era quello che sarebbe accaduto da quel momento in poi. Per questo cazzo ne ero geloso perché sapevo a cosa andava incontro e l'avrei persa per sempre. Ma non potevo fermarla, non dovevo. Aveva solo diciotto anni, una vita e dei sogni davanti. Le presi la mano e sicuro di me entrammo nella hall. "Dormirai con me stanotte, domani potrai fare ciò che vuoi. Prenderai un treno che ti porti fuori dallo stato oppure..." Lei mi guardò in attesa che continuassi. "Oppure cosa?" La guardai in silenzio, diedi il mio documento alla receptionist e dissi che la signora era con me. Ovviamente anche Adelaide dovette dare il suo documento, quindi chiesi alla donna l'assoluto riservo sui miei ospiti. "Nel caso mi chiamano o chiedono di me sono solo, inoltre non passatemi alcuna chiamata. Grazie!" Conclusi ritirando il documento e prendendo la valigia. Heidi seguiva tutti i miei movimenti e le mie parole, gli accordi per una cena leggera che avevo richiesto in camera e altre informazioni generali. Quando fummo soli in ascensore ancora mi guardava in attesa. Presi il cellulare e scrissi un messaggio a London, dopo di che lo feci vedere alla ragazza. - Tua sorella Adelaide ti ha chiamato? Mi ha chiesto di lasciarla nei pressi della stazione e durante il viaggio ci ho pensato. È strano che si sia fatta lasciare lì, purtroppo non sapevo dove era la casa famiglia e non me l'ha voluta indicare. - "Questo è il messaggio che manderò più tardi a tuo fratello." Le dissi intanto che le porte si aprivano. Ci dirigemmo alla stanza e continuai. "Ci tengo a te Heidi, ci tengo che tu realizzi i tuoi sogni, perché è giusto che sa così." Le dissi aprendo la stanza e facendola entrare. Lei mi seguì in silenzio e solo quando chiuse la porta alle nostre spalle mi parlò. "Perché lo fai?" "Weil ich dich liebe! Du bist meine Heidi, meine größte liebe." Glielo dissi in tedesco, avevo bisogno di dirgliela, la verità! La mia verità e il mio grande amore per lei. Volevo che vincesse e doveva farlo, per se stessa e e sopratutto per me. "Non ho capito!" Disse titubante. "Parlo e comprendo il portoghese, ma di tedesco non capisco nulla, ho capito solo Heidi." Le sorrisi. "Ti ho detto che sei la mia Heidi e che credo in te. Quindi se vuoi puoi venire a Monaco con me, lì sarai ben nascosta, pagherò io il biglietto di andata e ritorno ovviamente." Le spiegai. Lei mi guardò e spalancò gli occhi sorpresa. "In Europa! Con te?!" Saltellò sul posto e mi saltò in braccio eccitata. "Non sono mai stata in Europa soprattutto a Monaco una delle città più romantica del mondo. Grazie Gabriel, grazie infinite... so che avevo detto che non volevo sperperare denaro ma questo è un sogno. Dio ho sempre voluto fare qualcosa con te, sempre. E finalmente posso!" Disse stringendo le mani intorno al mio viso e stampandomi un bacio sulle labbra. Io sinceramente non mi aspettavo quella dichiarazione o peggio, o forse meglio, non mi aspettavo che mi baciasse. E cazzo non me lo lasciai sfuggire, la strinse tra le mie braccia e io stesso la baciai anche se il bacio non fu casto come il suo. Anzi fu carico di passione e desiderio. Tutto il desiderio che avevo tenuto per me negli ultimi due anni, quel desiderio che provavo da quando eravamo rimasti chiusi nella dispensa di casa sua al suo ingresso in società. La baciai con fervore, cercai la sua lingua e lei rispondeva a quel bacio con altrettanto fervore. Non mi rifiutava, al contrario mi istigava a dare di più. Attirava il mio viso verso il suo e lasciava aderire il suo corpo al mio. Cazzo! Lei era finalmente tra le mie braccia e sembrava volerci stare e io non riuscivo a fermarmi. Presi a carezzarla fremente, assaporavo la sua bocca con ardore, lasciavo che mi carezzasse la schiena e il collo e che le sue mani attraversassero la mia t-shirt alla ricerca della pelle dei miei fianchi. "Heidi!" Mi fermai, la fermai! Lei ansimante mugolò. "Posso fare a meno del viaggio a Monaco." Mi disse guardandomi. Dio se era bella, le labbra erano rosse e tumefatte per via del bacio che ci eravamo appena scambiati. Decisamente era forse meglio che non la portassi con me a Monaco. Decisamente era il caso che lasciassi quella stanza, che dicessi alla reception che mangiavo fuori e che aspettassi lei andasse a dormire prima di rientrare, anzi no. Dovevo prendere un'altra stanza. Ma la sua frase successiva mandò all'aria tutte le mie buone intenzioni. "Però non posso fare a meno di te!" Mi disse infatti Heidi. "Ti prego Gab. Baciami ancora, toccami e concedimi di toccarti... mi basta anche solo una volta. Una cosa insieme io e te..." disse sussurrando. "Ho sempre voluto farla." Ripetette lieve. E al diavolo le buone intenzioni. Anche io avevo sempre voluto fare una cosa insieme a lei, adesso nessuno me lo avrebbe impedito. Potevo amarla, potevo amare la mia Heidi. Così la presi tra le braccia e ripresi a baciarla portandola spedita verso la camera da letto. "D'ora in poi non sarai più la mia Heidi lo sai? D'ora in poi sarai meine liebe." ——-
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