13- GABRIEL

950 Words
"Scusami, dopo mi presti il telefono? Ho dimenticato il mio a casa." Mi disse e io le indicai il cruscotto, le avrei dato tutto di mio, non solo il cellulare. ...Arrivammo a Jeffries Point dopo le sei, una volta lì chiesi a Heidi dove dovessi portarla ma questa volta lei fu evasiva. "Puoi fermarmi ovunque e andare. Posso a piedi da qui in poi." Mi rispose Sospirai. "Guarda che ho capito che era una scusa la tua." Ammisi quindi. "Non vuoi partecipare alla cena con gli Hoffman." Lei mi guardò stupida, i suoi splendidi occhi per una volta si incupirono. Abbassò lo sguardo annuendo. "Non posso tornare a casa stanotte. Io... non posso permettere loro di decidere per me." Singhiozzò Fermai l'auto alla prima piazzola disponibile così da poterle dare tutta la mia attenzione. "Devo dire a loro queste cose Adelaide. Non è così che risolvi la cosa, perché domani ritornerai a casa e Ronald Hoffman sarà ancora lì e tuo padre indispettito dalla tua azione potrebbe veramente decidere per te." Le dissi. Lei sollevò il viso umido di lacrime. Mi sentii stringere il cuore, la mia Heidi non piangeva mai ed ora invece era inerme di fronte a me. "Credi io non l'abbia fatto già sono mesi che sto lottando con i miei genitori. Sono stata ammessa all'università voglio studiare legge e loro vogliono impedirmelo. Poi ultimamente stanno insistendo affinché io accetti la corte di Ronald non lo voglio e non sono interessata a nessuno. Il mio solo scopo e laurearmi non è difficile da capire..." "Ah..." Quindi quella storia stava andando avanti da parecchio. Non sapevo come aiutarla, però potevo comprenderla quando diceva che voleva studiare e andare avanti. In fondo come ho detto a mio padre stesso, Adelaide aveva solo 18 anni. Lei aveva una vita avanti tutta in salita e studiare era il minimo che potesse fare se solo lo voleva. Ero sempre più convinto che nessuno doveva accontentarsi solo delle briciole soprattutto se poteva permettersi di andare avanti. E non parlavo di permetterselo a livello economico, bensì per motivi che trascendevano tutto tranne la volontà stessa delle persone di proseguire un percorso di vita. "Cosa ti hanno detto i tuoi?" " Che ho già un lavoro che mi aspetta la Thompson se voglio è che l'università non mi serve...Che studiare legge non è per me e soprattutto che poi non saprei cosa farmene della laurea. Ma io so cosa fare...Io voglio difendere i più deboli." Mi disse con fervore. "Io comprendo ciò che dici però effettivamente riuscirai a portare avanti i tuoi obiettivi senza l'aiuto della tua famiglia? La facoltà di legge dura parecchi anni, mio cugino la frequenta ed è ancora fermo al primo anno." Le dissi. Lei annuì. " forse il diritto non è fatto per tuo cugino. Io mi sono premessa di studiare e tanto, i libri che ho dietro sono tutti libri inerenti il diritto civile e penale. Poi voglio già iniziare a lavorare e cercherò lavoro in qualche studio come apprendista o forse come ricercatrice, come segretaria anche alle pulizie per me va bene l'importante è che io entri nell'ottica di ciò che voglio fare. Ripeto forse tuo cugino queste cose non le fa." Disse lei. "Io avendo studiato alla Latin Academy sono già avanti, lo sai che ci hanno fatto studiare latino ed ho voluto continuare a studiarlo proprio per questo obiettivo, invece che cinque anni studierò forse quattro anni. Può essere che dopo i primi due anni di corsi generali studierò direttamente alla scuola di legge. Anche se non dovesse andare bene almeno so che ci avrò provato non avrò rimpianti. Io non voglio rimpianti nella mia vita, non posso accontentarmi Gabriel." Scossi la testa. "Tuo padre adesso è molto vicino all'ambiente politico. Se vuole ti impedirà di andare a lavorare ovunque, ha le sue conoscenze. Anche se ancora non senatore, Jenkins è comunque un rappresentante della camera, ha le sue conoscenze ha fatto entrare suo figlio Jonathan tra il suo staff senza problemi. E fidati Jonathan si è laureato per il rotto della cuffia non è un bravo avvocato, però conosce il minimo di leggi che serve per lavorare con suo padre. Dimmi quali sono le tue vere intenzioni Heidi." Le dissi infine, non poteva fare tutto da sola. Lei si torturò le unghie mordendole nervosa. Al che attesi paziente, misi in moto e mi diressi verso lo Hyatt hotel dove avevo prenotato la camera per quella notte. "Nella mia valigia c'è tutto..." Iniziò a raccontare Heidi. "Ho preso gli abiti che mi servono per ora e per l'inverno ho già spedito al camper universitario tutto. Io sparirò di casa, non tornerò né stasera né domani. Ho deciso tutto, starò via per un poco; prenderò un treno e uscirò dal Massachusetts. Ho lasciato una lettera alla mamma e a papà una per i miei fratelli. Sono maggiorenne quindi ho tutto il diritto di lasciare casa, per quanto vogliano cercarmi fin quando non rientro in Massachusetts papà non avrà il potere di venirmi a trovare o prendere. I corsi inizieranno ottobre, ho ancora un mese di tempo. Nel frattempo troverò lavoro in una caffetteria da qualsiasi parte per mantermi da sola e mio padre si sarà arreso. Inoltre ho un libretto di risparmio mio personale e la nonna Cecilia mi ha aiuterà con le tasse se ne avrò bisogno. Ma non toccherò i fondi che ho conservato gelosamente per scopi personali." La ascoltavo, mi raccontò i suoi progetti e non la disturbai. Ogni parola mi confermava che Heidi aveva studiato tutto nei minimi dettagli, anche la fuga. Non era stata impulsiva come mi era parsa e sicuramente era stata una coincidenza che fosse fuggita quel giorno con me.
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