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Nero dominante

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Genova, 14 maggio 1938: Mussolini sbarca dalla corazzata Cavour, insieme ai più fedeli gerarchi, per una visita ufficiale di quattro giorni. L’accoglienza platealmente entusiasta dimostrerebbe che il fascismo è al culmine della sua popolarità, ma qualcuno trama nell’ombra. Il commissario Boccadoro ha ricevuto una “soffiata” da un condannato per omicidio e, mentre il Duce, via via, parla in piazza della Vittoria, visita opere pubbliche, stabilimenti industriali e Riviera di Levante, Boccadoro deve condurre una caccia serrata agli organizzatori del complotto, mentre la minaccia assume sempre più spessore, fino a diventare tangibile. L’autore riesce a trasmetterci – mescolando personaggi reali e di invenzione che agiscono in una Dominante perfettamente “ricostruita” – mentalità, atmosfere e costumi di una società dove l’ideologia del regime impera. Un romanzo insieme credibile e godibile su potere, uomini, donne e bambini in un mondo alla vigilia del disastro.

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Premessa
Premessa Consultando l’Enciclopedia Britannica alla voce “romanzo storico” si legge che un testo si può definire tale quando “è ambientato in un’epoca storica e intende trasmetterne lo spirito, i comportamenti e le condizioni sociali attraverso dettagli realistici e con un’aderenza ai fatti documentati. Può contenere personaggi realmente esistiti, oppure una mescolanza di personaggi storici e di invenzione”. Sollecitato da Marco Frilli, caro Amico oltre che mio editore – che ha potuto leggere ed approvare solo il primo “blocco” di pagine prima di salutarci – così ho fatto (giudicherete voi i risultati) da autore di noir ed appassionato di storia: scrivere come un “macchinista” che costringe due treni diversi a percorrere in armonia lo stesso binario, fondendo una storia di genere giallo con uno spaccato di Storia genovese in un periodo – non troppo lontano – dove l’ideologia fascista dominava mentalità, atmosfera e costume, così da farlo vivere o rivivere ai lettori. Questa scelta, senza limitare la mia fantasia (anche nelle opere precedenti sottoposta alle rigide regole del realismo), mi ha anzi allargato gli orizzonti spingendomi – per arrivare a stendere un testo insieme credibile e godibile – a stilare, studiando, centinaia di pagine di appunti contenenti quante più informazioni possibili per ricreare il “teatro” dove far recitare insieme personaggi reali ed immaginari. Ho pertanto consultato archivi sia “fisici” che virtuali alla ricerca di documentazione (cinematografica e fotografica dall’Istituto Luce, epistolare dall’Archivio Centrale dello Stato grazie al lavoro di Mauro Suttora raccolto in Mussolini segreto. Diari 1932-1938, dal sito del Senato per le schede dei funzionari nel periodo… solo per citare le fonti più utili), ma soprattutto ascoltando i ricordi di chi quei fatti li ha vissuti, in primis mia madre – raffigurata come era allora sul retro di copertina e oggi fedele cronista ottantasettenne di tanti avvenimenti del nostro Paese – che il 14 maggio del ’38 in piazza della Vittoria fu, insieme a sua sorella, tra le bambine che formarono un fascio littorio “vivente” per Mussolini.

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