8 - Raziel Isaak

1137 Words
Gellert si muoveva indubbiamente pratico e in modo esperto. “Giusto. Dal momento che abbiamo deciso per ora di muoverci tra Brema, Monaco e Berlino iniziamo a selezionare le scuole di questi paesi.” Disse Gellert fissando noi altri tre. “Se non ci saranno risultati, mentre voi cercate io selezionerò le scuole delle altre grandi città e limitrofe. Che ne dite?” Annuii. “Poi passo tutto a me. Io ho un anno di tempo, prima di iniziare l’accademia.” Gli dissi. “E speriamo di trovarlo.” Disse Joel. “E di non sembrare degli stalker.” Concluse Didier. “Sempre il solito esagerato.” Meno di una settimana dopo ero partito per Brema. Me l’ero girata in lungo e in largo senza ottenere risultati. Dopo Brema ero stato a Bremerhaven e tutti i paesi che li circondavano. Da lì passai ad Hannover nella Bassa Sassonia, lì ci rimasi fino a Natale. Anche se non tornai a Londra ma a Brema, all’indirizzo che conoscevamo come casa di Chamael. Nel tornare a Brema rimasi sorpreso nello scoprire che all’indirizzo che avevamo avuto fino ad allora non c’era più nessuna famiglia Holstein. Se ne erano andati lasciando la casa e scoprii grazie ad un vicino chiedendo il ristorante. Quando informai zia Sapphire anch’ella ne rimase sconvolta. Avevano cancellato tutte le loro tracce. Perseguii però e dopo aver trascorso il Natale con Didier e la sua amica pseudo ragazza Sophie, ripartii. Destinazione Amburgo e poi da lì alta Sassonia. Capii che il tempo trascorse quando Joel mi chiamò chiedendomi di raggiungerli tutti in Lussemburgo per Pasqua. Lui mi avrebbe così aggiornato sulle sue ricerche in Baviera. Decisi di accettare il suo invito, anche perché così almeno avrei tranquillizzato mamma, quando le rispondevo al telefono ero infatti molto sfuggevole con lei. Durante quelle vacanze notai che i gemelli di zia Saffi stavano crescendo e che tutti non vedevano l’ora di riabbracciarmi. Joel mi informò di aver quasi finito di girare tutti i circondari della Baviera. “Mi restano altri cinque città extra circondariali e altre circondati annessi. Ma sinceramente ci sto perdendo le speranze. Didier ha setacciato il land di Brandeburgo e lo stato Meclemburgo-Pomerania Anteriore , ma niente anche lui.” Mi disse quando fummo in disparte lontano dai ragazzini e dai bambini. “Io adesso passerò alla Renania. Spero sinceramente di trovare qualcosa lì.” Dissi, anche io stavo perdendo le speranze. Ma non volevo arrendermi. “Se entro l’inizio dell’anno scolastico non lo troverei, dovrai fermarti.” Mi disse Sapphire. “Non lo pensi davvero?” Le dissi sconvolto dalle sue parole. “Penso sia giusto tu non sacrifichi la tua vita a questa ricerca.” Mi spiegò. “Potremmo assumere un investigatore privato al tuo posto. Hai un sogno da realizzare e già molti ostacoli da affrontare per portarlo avanti. Quindi ti prego non farti ostacolare dalla scomparsa di Chamael. Ci penserò io all’investigatore, gli chiederò di controllare la famiglia di Chamael così forse potremmo capire dove è finito il mio bambino. Ma tu Raziel devi proseguire con la tua vita, hai appena 19 anni e non puoi sacrificarti in questa maniera.” Mi pregò. “Ha ragione Saffi.” Disse mamma che finalmente diede la sua opinione. “Non puoi rincorrere una chimera, soprattutto perché i corsi che ti aspettano all’università di economia e finanza sono impegnativi. La Scotland university ti aspetta.” Fissai la mamma sorpreso, realmente credeva ancora che mi sarei iscritto ad economia e finanza? Ora più che mai la mia visione di ciò che volevo fare era nitida di fronte a me. Avevo già dovuto rinunciare a Chamael, non avrei rinunciato anche al mio sogno di diventare chef “Io andrò all’Accademia di Westminster.” Le dissi deciso. “Può non piacerti l’idea, ma se c’è una cosa che so fare bene e che non ho mai smesso di fare anche adesso che sto cercando Chamael è cucinare. Per me imparare da chiunque mi circondi è importunate, non voglio rinunciare a questo mio sogno, è l’unica cosa che mi resta.” Le dissi fermandola dal contraddirmi. “Un domani io troverò Chamael e insieme andremo in Giappone come ci eravamo promessi a imparare l’arte culinaria nipponica. Diventeremo una squadra.” “Sei ossessionato!” Urlò la mamma ignorando tutti gli altri. “Mettiti l’anima in pace, quel ragazzino non c’è più. Diamine Isaak era solo il tuo compagno di scuola. Chamael è andato! Ti ha dimenticato.” “Scattai all’improvviso quando mia madre mi accusò di essere ossessivo. “Non dire a me che sono ossessivo.” Le dissi iroso. Tu sei quella ossessiva! Tu che cerchi di tenermi legato in tutti modi possibili.” La accusai tirando fuori diciannove anni di frustrazione. “Ho 19 anni e posso decidere benissimo della mia vita. Non tu. Finito di cercare Chamael se per agosto non l’avrò trovato tornerò in Inghilterra e frequenterò l’Accademia di cucina senza che tu possa impedirmelo mamma.” “Non rispondermi così Isaac.” Disse lei battagliera con i toni alti. “Esigo che tu mi obbedisca. Io sono tua madre.” “Tu non sei mia madre.” Le urlai sempre più infervorato. Si azzittì e mi resi conto dell’errore fatto troppo tardi. “Scusami!” Le dissi cercando di calmarmi. “Io…Io ti voglio bene perché per me sei mia madre anche se non abbiamo lo stesso sangue.” Le dissi, volevo che mi capisse. “Così come voglio bene a Chamael, anche se non abbiamo lo stesso sangue. Tu meglio di me dovresti comprendere che ci sono legami che trascendono, quindi ti prego non impedirmi di cercare Chamael e non impedirmi neanche di realizzare i miei sogni.” Le dissi con toni più bassi. “Se ti comporti così, non farai altro che allontanarlo Molly.” Disse la zia Saffi. “Tu…” disse mamma. Al che intervenni prima che si riprendesse. “Mamma ti voglio bene.” Le dissi sinceramente. Lei non rispose, piangeva. Non avrei mai voluto far piangere la mamma, ma aveva toccato un tasto per me molto sensibile e al momento scoperto. Non sapevo spiegarmi perché Chamael fosse così importante per me. Eppure sapevo che se non lo avessi trovato non mi sarei mai perdonato. Forse dipendeva dalle promesse che c’eravamo fatti fin dal nostro primo incontro. Quello più importante era di proseguire il nostro percorso sempre insieme. La promessa di viaggiare e non perderci di vista anche dopo la scuola. Era amore! Non si trattava di quell’amore passionale che c’era tra due amanti. Il nostro era un amore unico a cui non potevo dare un nome se non quello di amore fraterno. Sapevo però che nessuno li avrebbe potuto capirmi se non Tom e Joel. Oltre i miei fratelli maggiori, nessun altro avrebbe potuto capirmi io dovevo trovare Chamael.
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