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Un amore all'ombra

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Blurb

Sara e Luca due ragazzi troppo grandi per una vacanza con i genitori. Quando si scoprono innamorati non saranno poi così dispiaciuti di essere lì. Ma un problema li terrà con il fiato sospeso, resteranno insieme o si si separeranno?

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Il primo incontro
Il primo incontro Sara, una dolce ragazza di città, era incastrata in una vacanza che non voleva. Avevano una casa di proprietà in un piccolo paesino in provincia di Taranto, pieno di abitanti stagionali e turisti, che erano attratti dalla tranquillità del posto e soprattutto dal meraviglioso mare azzurro. Andava lì da praticamente tutta la vita. Quest'anno con il raggiungimento della maturità desiderava andare con le sue amiche a fare una vacanza premio. I suoi genitori però non le avevano concesso il permesso di farlo. "Perché non mi avete lasciata libera di andare con le mie amiche a Barcellona!" disse Sara entrando in cucina, dove trovò sua madre a preparare il caffè. "L'anno prossimo vai dove vuoi in vacanza! Pensa ai tuoi amici, che fai li lasci senza dirgli addio?" "Mamma esiste il mondo social adesso non ci sarà mai un vero addio. Non siamo più nel 1900, ricordi?! E poi la casa è di nostra proprietà, posso venire qui quando voglio!" Prese la sua borsa, l'asciugamano, la crema solare e uscì sbuffando e sbattendo la porta. La sua migliore amica non sarebbe arrivata prima di un paio di giorni, quindi al momento, l'unica cosa che poteva fare era andare al suo albero preferito, in riva al mare. Sara amava perdersi per ore nella lettura di romanzi Rosa. Aspettando che i raggi del sole scaldassero l'acqua, Sara scriveva sul suo diario; stava lavorando ad una storia e sperava che il mare, con la sua dolce melodia, le potesse restituire un po' di ispirazione, che aveva perso nell'ultimo anno scolastico e specialmente nell'ultimo paio di mesi a causa dello studio per gli esami di stato. Senza contare il suo disperato desiderio di andare in vacanza con le sue amiche. Ma quello era il passato adesso, continuare a struggersi per questo, era inutile. "Buongiorno signorina! Siete arrivati prima quest'anno?" "Buongiorno signor Giovanni! Sì, mio padre ha avuto qualche giorno in più di ferie, quindi abbiamo anticipato il nostro arrivo". "Verranno in spiaggia oggi?" "Si nel pomeriggio! Sua moglie?" "Anche lei verrà nel pomeriggio. Com'è andato l'esame di maturità?" "Molto bene, grazie. Tutto il tempo speso per lo studio è stato ricompensato." "Ben detto. Auguri per la maturità!" "Grazie." "Oggi niente bagno?" Sara gli sorrise, si tolse il suo vestito e si avviò verso la riva. Quando i piedi entrarono in contatto con l'acqua sobbalzò e indietreggiò di qualche passo. L'acqua fredda del mare le fece passare un brivido lungo la schiena, nel frattempo notò un ragazzo che non aveva mai visto prima! A quel punto si domandava se il brivido fosse per l'acqua o per quella meravigliosa vista! Rientrò subito dopo e molto lentamente camminava adattando il suo corpo alla fredda temperatura . Ad un certo punto si tuffò per riemergere poco distante da lui. Sara era una ragazza molto timida quindi non avrebbe mai fatto la prima mossa. Lo guardava e subito distoglieva lo sguardo per paura di essere colta a fissarlo, quando capitava lei arrossiva. Nonostante l'acqua fredda si sentiva le guance bruciare. "Se solo Elena fosse qui, ci avrebbe già presentato e avrei sentito la sua voce. Perché sono così timida quando si tratta di ragazzi!" Disse Sara tra sé e sé. Lui uscì dall'acqua in tutto il suo splendore, prese il telo mare, lo mise al cinto, prese il suo zaino e se ne andò. Sara rimase lì a guardarlo fin quando si perse tra alberi, auto e passanti. Il pomeriggio era di nuovo sulla spiaggia con la sua famiglia al completo: padre, madre, fratello, sorella e lei. Guardava insistentemente la strada nella speranza di vederlo di nuovo, ma purtroppo non ebbe fortuna. Invece dovette inventare una scusa per sua madre che non si era persa la sua insofferenza malinconica. "Sara che hai? Stai sempre a guardare la strada. Sembri malinconica. Stai aspettando qualcuno? Di solito guardi il mare, leggi un libro, scrivi sul tuo diario..." "Non ho portato nessun libro e ho dimenticato la penna a casa, che faccio scrivo con il dito?" Disse Sara con tono infastidito sperando di avere spento i sospetti di sua madre, anche se non c'era nulla di male se avesse detto la verità. Tutto il giorno è buona parte della notte l'aveva passata pensando a quel ragazzo con i capelli biondi, gli occhi più azzurri che abbia mai visto e il corpo statuario. Era il suo unico pensiero... Sara la mattina seguente decise di stare in acqua a fare finta di nuotare, guardando la strada fino a che lui non fosse arrivato. Era così decisa che sarebbe rimasta lì ad aspettarlo, fino all'ora di pranzo o di cena se fosse stato necessario. Non aveva o meglio, non voleva, mettere in conto che c'era anche la probabilità che lui non sarebbe arrivato per niente. A dispetto dei suoi pensieri negativi lui arrivò in costume da bagno, senza maglietta, poggiò il suo zaino sulla sabbia e andò verso la riva. Rimase con i piedi in acqua, per un po', sembrava stesse aspettando un segnale, così Sara decise di uscire. Mentre lei camminava verso la riva, lui camminava verso il mare profondo. I loro sguardi si incrociarono, si guardavano senza distogliere gli occhi per un secondo, neanche per battere le ciglia. Si sfiorarono le braccia quando furono uno accanto all'altro è un brivido le attraversò tutto il corpo. Mentre lui nuotava, lei si era seduta all'ombra del suo albero a guardarlo, ma per farlo faceva finta di leggere un libro. Dopo lui uscì dal mare, mise il telo intorno al cinto, prese lo zaino, guardò verso Sara, le accennò un sorriso e se ne andò. "Mi ha sorriso? Mi ha proprio sorriso!" Si guardava in giro ma, a parte lei e il Signor Giovanni, non c'era nessuno a quell'ora del mattino. Le batteva forte il cuore, così forte che aveva paura le sarebbe scoppiato! … "Questa sera andremo alla festa per l'apertura del parco; verrai con noi a divertirti?" Le chiese la mamma mentre erano a pranzo. "Non so se mi va." "Magari incontri qualche amico, conosci persone nuove, incontri quel qualcuno che aspettavi ieri pomeriggio. Chi può dire il destino!" In quel momento Sara pensò che sarebbe stato sempre meglio che restare a casa da sola. La famiglia al completo varcò la soglia del parco alle 21. Era già piena di gente di tutte le età. Anziani seduti alle panchine a chiacchierare, bambini e ragazzi che scorrazzavano e gridavano, altri in bici, adulti che si divertivano ai videogiochi. Quel parco era sempre stato un brulicare di gente, un vero caos, perché era l'unica attrazione di quel paesino. "Mamma vado a vedere il tappeto elastico", disse alla madre a voce alta per farsi sentire. "Se non ci becchiamo in giro, l'appuntamento è qui alle 24 in punto, mi raccomando!" Sara era già lontana quando la mamma finì di parlare ma aveva sentito perfettamente la raccomandazione per l'appuntamento. Mentre girovagava per il parco, guardava le diverse attrazioni piene di luci, musica a palla, profumo di popcorn, zucchero filato, patatine fritte, hamburger, hot-dog, di tutto e di più, come usava dire sua madre: "un fritto misto". Dopo una fila interminabile arrivò il turno di Sara. Iniziò a saltare su e giù, era un momento di spensieratezza, un momento per lasciar credere alla sua mente che poteva in qualche modo volare leggera, senza nessun pensiero se non quello di essere felice per i prossimi 15 minuti. Subito dopo essere scesa dalle reti, vagava per le attrazioni senza una meta, quando si trovò di fronte alla ruota panoramica, mentre lei girava Sara pensava a quel misterioso ragazzo della spiaggia. "Chissà se un giorno farò un giro con Fulmine, prima di partire..." Fulmine. Così lo aveva soprannominato. Ad un certo punto tutto era diventato buio, qualcuno le aveva appoggiato le mani sugli occhi e le sussurrò all'orecchio: "Ti stai divertendo, Bambi?" Una scossa elettrica le pervase l'intero corpo, la voce era sensuale e profonda, il profumo inebriante. Sara sperava e desiderava che fosse Fulmine. Aveva quasi paura di girarsi per scoprire che non era lui. Scostò le mani dagli occhi, e molto, molto lentamente si girò. Fulmine, era lì con un sorriso meraviglioso a trentadue denti perfetti, era lui. Sara non poteva credere ai suoi occhi. Sorrise, era l'unica cosa che poteva fare, era così emozionata che non riusciva a proferir parola, era come se il vocabolario di italiano fosse scomparso, nessuna parola fosse mai esistita. Rimasero lì a guardarsi a lungo fin quando finalmente si sbloccò. "Adesso si"; sussurrò Sara. "Ciao io sono Luca ci siamo incontrati in spiaggia, vero?" Le disse porgendole la mano. "S-sì vero... io sono Sara"; rispose prendendo la mano di Luca. "È un vero piacere conoscerti." "È un piacere anche per me". Finalmente lui aveva fatto il primo passo. Proprio in quel momento iniziò a suonare il telefono di Sara. Era la sveglia che le ricordava di cominciare ad andare al punto di incontro con la sua famiglia. Le sembrò di capire come si sentì Cenerentola quando sul più bello dovette lasciare il ballo. "Devo andare"; disse Sara mentre lasciò a malincuore la mano di Luca per spegnere la sveglia. "A domani Bambi. Sogni d'oro!" "A domani"; disse semplicemente Sara. Non aggiunse altro, sorrise e andò via. Sorrideva, sorrideva e non riusciva a smettere, era troppo felice! "Luca...".

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