Keller Saga- Royal destiny libro 2Updated at Dec 4, 2025, 14:38
SERIEL NORAFin da piccola ero vissuta in simbiosi con mia sorella gemella Barbiel Zora. Eravamo nate a maggio, quando le temperature erano giuste, ci raccontava sempre mamma. Ci aveva messo i nomi degli angeli, sempre perché dai racconti di mamma, il papà chiamava tutti i suoi figli con i nomi degli angeli. Io ero Seriel, l'angelo che aveva il comando di Dio, questo perché ero nata per prima e con un semplice gridolino mi ero fatta sentire. Zora si era invece chiamata Barbiel, l'angelo della tempesta, come lei che alla nascita aveva urlato come una pazza, facendosi sentire in tutta la clinica.Mamma ci aveva volute quando semplicemente aveva trovato un uomo che l' aveva affascinata, non per la bellezza, bensì per intelligenza e abilità negli affari. Sicuramente nostro padre era ebreo, mamma frequentava solo uomini ebrei, veniva da una famiglia ebrea e alla fine si era sposata col figlio del rabbino, dal quale aveva avuto nostro fratello Franz. Eravamo molto legate alla mamma, un po' meno a nonno Hugo , che ci trattava sempre con sufficienza. Al contrario la nonna Kora ci amava tanto. Nostro cugino Darius, più grande di noi di tre anni ci adorava e trattava come delle sorelle. Ma quando arrivava il nonno doveva seguire tutte le sue regole e i desideri. Tra cui non pensare a noi femmine. Crescendo e con la nascita di nostro fratello Franz, capimmo che il problema per il nonno era quello. Eravamo del genere sbagliato. Il nonno aveva un occhio di riguardo anche per lui, mai per noi. Lo stesso Alfons, marito di mamma ci riservava molte effusioni. Stravedeva per il suo unico e primo figlio. Io e la mia gemella fin da piccole comprendemmo che se avremmo voluto farci valere, dovevamo lottare. A tre anni, nonostante fossimo piccole già imparammo i numeri, a contare e riuscivamo anche a fare le addizioni. Eravamo molto brave e riuscivamo ad attirare l'attenzione del nonno che invece di complimentarsi con noi diceva."Sono proprio figlie di Thomas. Se fossero state maschi avresti fatto un buon lavoro Agnes."Ogni volta mamma veniva mortificata per questo. Il nonno un compito le aveva assegnato e non era andato a buon fine, perché noi eravamo femmine. Il papà. Non sapevamo molto di lui se non che si chiamasse Thomas e che i nomi di angeli fossero scelte sue. Tuttavia, nel momento in cui mamma decise di inserirci in un collegio, chiedemmo di non essere chiamate Seriel e Barbiel, volevamo essere Nora e Zora. Se mamma decideva di mandarci via perché eravamo una macchia evidente nella famiglia Müller, allora volevamo decidere per noi stesse da quel momento. Anche se avevamo sei anni. Entrata a scuola compresi che eravamo state inserite in un collegio di élite che ci avrebbe seguito da quel momento in poi fino al diploma. Non era solo istruzione, era anche un luogo dove crescere personalmente alimentando ognuno di noi le proprie passioni e i sogni. Lo compresi quando in classe con me e Zora notai ci fossero anche dei talenti musicali e sportivi. Ma non era solo la mia classe, nonostante le giovani età di tutti noi, i bambini studenti avevano già degli obbiettivi. Due classi avanti a me c'era infatti un piccolo genio della cucina e un ragazzo tendente all'astronomia. C'erano ballerini che potevano benissimo col tempo diventare professionisti, c'erano musicisti e tra questi ne avevamo una nella nostra classe. Eleonora Ashler, figlia del musicista e compositore Raoul Ashler. Seguiva le orme del padre e suonava il pianoforte in modo magistrale, nonostante avesse solo sei anni. La sua bravura la portarono a suonare anche per la scuola di danza all'interno della scuola. Sinceramente, dopo sei mesi al Santa Maria, mi chiesi cosa ci facevamo io e Zora lì. Eravamo brave, ma almeno la metà della classe prendeva il massimo dei voti come noi. Anche Eleonora che era una musicista, aveva il voto di matematica alto come il nostro. La matematica, nostro punto di forza sin da bambine, risultò a portata di mano anche sua.Le nostre certezze caddero. Mi impegnai però a studiare e portare avanti i miei obbiettivi. C'erano tanti compagni di classe tutti bravi. Il tedesco Marcus Scheider, lo spagnolo Luis Santis, l'italo lichsteinita Tancredi, l'arabo Abdul Kali, io e Zora non li vedevamo come compenso. Se pensava di essere migliore di noi, dovevamo dimostrare il contrario. Se c'era una cosa che io e Zora non sopportavamo era che i maschi volevano sempre farci passare per quelle sbagliate. Non avevo quindi problemi se Eleonora era brava quanto me. Ma nel caso degli altri non potevo farmi surclassare. Così mi misi di buona lena a studiare. Diventai amica di Tancredi senza accorgermene. Un giorno venne da me chiedendomi se potessi aiutarlo con la matematica. Ne rimasi sorpresa, io aiutare lui. Eppure quando accettai, iniziando a studiare insieme compresi che effettivamente aveva delle lacune. Fu il mio primo amico, la seconda fu Eleonora. Non riuscivo a non essere incantata dalla sua musica, per cui la seguivo ovunque.